Tuttosport – Incubo Toro, disastro totale senza cuore né anima: così si rischia grosso
2025-08-26 08:40:00 Torino, l’ultimo titolo di Tuttosport:
MILANO – Chivu ha ripulito la testa agli interisti – dopo il triplete al contrario della scorsa stagione e le frizioni interne a cavallo del Mondiale per club – e restituito loro anche un gioco lineare, incisivo, efficace: questo ha detto la vittoria in souplesse di ieri sera, con i nerazzurri subito dominanti contro un Toro surclassato in ogni zona del prato, letteralmente fatto a fette, presto demolito e poi persino devastato, con oltretutto un Masina in versione “donatore di gol” (2, a Bastoni e Thuram), prima che lo imitasse anche Gineitis sul 3 a 0 di Lautaro. Nonché Biraghi, in marcatura fittizia ancora sul francese, al 6° gol in carriera al Toro, vittima prediletta. E infine pure Tameze, per… far segnare anche Bonny, all’esordio. Per l’Inter, un giochino trionfale. Come un’amichevole stravinta contro una squadra di Serie C, pensando a uno scudetto di nuovo da inseguire. Con lucida qualità e luce mentale. E pure ottimi nuovi: vedi Sucic. Applausometro per Chivu, intanto. Chapeau, si dice in questi casi.
Disastro Toro: difesa da rinforzare
Invece per Baroni, che a maggio con la Lazio aveva portato via un bel pezzo proprio di scudetto a Inzaghi per consegnarlo a Conte, è solo un incubo questo ritorno a San Siro. Tanto più dopo quei 9 gol presi nelle ultime 3 amichevoli e gli spettri del primo tempo col Modena in Coppa Italia. E con altre 5 big contro nei prossimi 6 turni, con la Fiorentina prossimo avversario. Cairo e Vagnati farebbero bene innanzi tutto a rinforzare il pacchetto difensivo in questi ultimi giorni di mercato. E non solo con un terzino sinistro da piazzare in panca affinché guardi Biraghi, figurarsi! Per adesso, più che far sognare, fa soltanto paura questo Toro per quanto è fragile fisicamente, mentalmente e tatticamente. Segabile in due davvero troppo facilmente, come una squadra da lotta retrocessione. Cairo contestato, contestatissimo dagli oltre 2 mila tifosi granata già dopo l’1 a 0, e poi a ripetizione. Ma anche i giocatori, post 4 a 0. Con il cuore del settore ospiti lasciato vuoto, dopo il 5.

Dominio Inter, Toro ko
Si comincia. Due squadre con entrambe una regia alternativa, senza Calhanoglu (squalificato) e il neogranata Asllani, ieri non ancora convocabile. Chivu ha Barella nel cuore del prato e del 3-5-2, mentre Baroni conferma nel 4-3-3 il giovane Ilkhan, salvatore della patria col Modena. Gattuso in tribuna. Appena 41 secondi e Thuram di testa a momenti segna, con Masina (preferito a sorpresa a Maripan) per merenda: e 10 mesi fa, nella partita del crociato rotto di Zapata, il francese ne aveva già segnati 3 in un colpo solo. Ma il difensore italo-marocchino farà discutere di nuovo fin dal primo gol dell’Inter già al 18’: angolo di Barella, diagonale di testa di Bastoni dal primo al secondo palo, Masina si abbassa davanti a Israel e il portiere non ci arriva. Una rete regalata senza un perché. Con Maripan in panca (Baroni alla vigilia: «Sarà sicuramente della partita») e un Toro un paio di volte ambizioso in contropiede con Simeone e Ngonge, ma schiacciato fin da subito dall’Inter per possesso palla e altezza di baricentro. E capacità. E sicurezza mentale. Potenza e classe: insieme. E lo stadio esploderà di nuovo al 36’: ancora con Masina Babbo Natale ad agosto. Allorché, sotto pressione al limite, non rinvia ma la passa al buio a… Sucic, a pochi metri. Servizio verticale nel burro per Thuram e rasoiata del 2 a 0. Tutto fin troppo facile per l’Inter, in scioltezza senza soluzione di continuità. E tutto troppo annichilente per i granata. Burrosi, altro che coraggiosi come chiedeva pubblicamente Baroni alla vigilia. Consegnatisi nei fatti sin da subito. Scioltisi man mano come gelati al sole. Quasi sempre in inferiorità qualitativa e numerica dove nasce il gioco, nonché estremamente fragili in difesa. E con Israel obbligato anche a 3 parate toste per evitare un tracollo totale prima dell’intervallo: 2 sul vivacissimo Sucic al tiro (rinforzo subito incisivo e da applausi, il croato), più un miracolo su testa di Acerbi. Tracollo che però arriverà nel corso di una ripresa anch’essa senza storia, sostituzioni comprese. Già al 7’ Gineitis la passa troppo corta indietro a Israel, Lautaro si incunea e in scivolata fa 3 a 0, anticipando il portiere. Poi la doppietta di Thuram, di testa, con Biraghi bruciato in marcatura. E il 5 a 0 del neoentrato Bonny, dopo un errore di Tameze in mancato controllo al limite. E il Toro deve persino ringraziare. Poteva finire molto, molto peggio. Così come l’abbiamo vista, è una squadra da lotta per non andare in B. E l’Inter? Nuovamente immensa, come nei momenti migliori del ciclo di Inzaghi. Ma con i sensi (e i fatti) di una nuova alba.
