TS – Juve-Borussia, c’è un altro 10…
2025-09-16 08:48:00 Continuano i commenti sui social a seguito dell’ultima notizia riportata da Tuttosport:
Anche stavolta potrebbe diventare un pezzo di storia. D’altronde, non sarà mai una partita banale. Juve-Borussia, in più di trent’anni, ha scandito momenti epici della storia dei due club fino a diventare un detonatore emotivo potentissimo. Basta dirlo, «Juveborussia», e un vortice di ricordi travolge i tifosi. Il primo è del 1993, finale Coppa Uefa: è la Juve di Baggio e Vialli, ma ci sono anche Peruzzi, Kholer, un geniale Di Canio, Moeller, Marocchi e un certo Antonio Conte a centrocampo. In panchina c’è il Trap e la finale è stata conquistata superando, con due formidabili partite, il Paris Saint Germain di Weah e Ginola. La finale di Uefa si gioca ancora in doppia gara e si inizia al Westfalen. Michael Rummenigge (il fratellino di Karl Heinz) segna dopo due minuti, ma quella partita diventa la lectio magistralis di Roberto Baggio che, in quei novanta minuti, conquista metà del Pallone d’Oro che gli verrà consegnato a dicembre. Finisce 3-1 per la Juventus e il ritorno è una tale formalità (3-0, per la cronaca) che i tifosi si gemellano durante la partita. Quella Coppa resta l’unico trofeo della restaurazione bonipertiana, seguita al fallimento di Maifredi e Montezemolo, ma nei nomi di quella formazione si legge la filigrana del ciclo di Giraudo, Moggi e Lippi, che proprio contro il Borussia vive altri momenti cruciali.
Il primo ‘tiro a giro’ di Del Piero
Nell’aprile del 1995 è una semifinale di Coppa Uefa e vede ancora prevalere la Juve. Attenzione, però, alla sede della gara casalinga dei bianconeri: San Siro. È il periodo della dura trattativa con il Comune per l’acquisto dello stadio e Giraudo provoca, spostando il big match dal Delle Alpi al Meazza che, per una notta, è la casa della Juve. Ma è esattamente trent’anni fa, il 13 settembre del 1995, che Borussia-Juve segna indelebilmente la storia del club: nella prima partita del girone di Champions, la Champions che la Juve alzerà a Roma il 22 maggio, il Westfalen, sempre lui, diventa il palcoscenico per il primo gol di Del Piero in Champions e il primo gol “alla” Del Piero, con il tiro a giro che si infila nella porta di Klos. Del Piero è già un campione amato dopo lo scudetto dell’anno prima, ma quel gol è la scintilla da cui scaturisce l’amore eterno.
La disfatta in finale e la Juve di Allegri
Il 28 maggio 1997 è una ferita dolorosa per il popolo juventino, un ricordo che non si cancella perché brucia ancora in chi l’ha vissuto. Forse la finale di Champions League più buttata via della storia bianconera: a Monaco di Baviera il divario tecnico tra le due squadre è enorme, ma la Juve di Del Piero, Boksic, Zidane, Deschamps, Jugovic, Ferrara, Montero è bloccata, vittima di un incantesimo (e qualche discutibile decisione arbitrale). Così si consuma la vendetta degli ex, perché nel Borussia si è trasferita, negli anni, mezza Juve. Tra febbraio e marzo del 2015, la sfida torna a essere un momento crucialmente felice per la Juventus. L’ottavo di finale di Champions è la consacrazione della prima Juve di Allegri: la partita a Dortmund è il momento in cui quella squadra capisce che può arrivare in fondo (dove sbatterà contro l’astronave marziana del Barcellona atterrata a Berlino). Tevez zittisce il Westfalen come Baggio e Del Piero, il popolo bianconero vive un’altra epifania e di mezzo ci sono ancora loro, i gialloneri.
