Tuttosport – da Motta a Tudor sono finiti gli alibi
2025-10-03 21:41:00 Calciomercato tiene banco in queste ore quanto riporta Tuttosport:
Fuori Rabiot, dentro Koopmeiners e Douglas Luiz. Detta così, oggi, suona quasi come una barzelletta. Un’operazione invecchiata male, che diventerebbe ancor più iconica e emblematica qualora Adrien dovesse decidere il big match di sabato all’Allianz… La verità è che all’alba dell’estate 2024 era davvero difficile – per non dire impossibile – ascrivere un simile passaggio di testimone come un downgrade per il centrocampo bianconero. L’olandese arrivava da un’annata super con l’Atalanta, condita da 15 gol e 7 assist fra tutte le competizioni. L’ennesima per un giocatore che, di anno in anno, ha sempre saputo alzare l’asticella, elevandosi al cospetto dei centrocampisti più prolifici, duttili e intensi d’Europa. Un totem capace di agire in mediana con compiti di raccordo tra i reparti, così come sulla trequarti per imbeccare le punte o, viceversa, inserirsi e tentare la conclusione. A 26 anni la chance della carriera, quella da cogliere per consacrarsi definitivamente in un club disposto a mettere sul piatto 58,4 milioni pur di convincere la Dea a cederne il cartellino.
Koopmeiners, flop Juventus
Un all-in fatto e finito, se si considera la linea economica recentemente sposata dalla società bianconera, intenta (da tre anni a questa parte) a ridurre i costi – a cominciare dal monte ingaggi – investendo su profili giovani e futuribili. A poco più di un anno dal suo arrivo in bianconero, tutto ci porta a pensare che la scommessa Koop possa dirsi ormai persa. Sì, perché a questo punto risulta davvero difficile rivangare su chissà quale alibi. Passino i processi a Motta e al suo calcio, che per mesi ha messo in ombra gran parte del gruppo squadra, Koop compreso. Passino le riflessioni sulla condizione di forma dell’olandese, che ha dovuto lavorare a lungo per mettersi alle spalle quei problemi al tendine che l’hanno costretto a saltare lo scorso finale di stagione con Tudor; o la scarsa considerazione al Mondiale per Club. Ma che dire adesso? Il tecnico lo ha schierato titolare in quattro 4 delle 7 partite stagionali tra campionato e Champions, facendoli disputare sempre almeno mezz’ora nelle restanti partite, senza che Koopmeiners mostrasse anche solo una parvenza della miglior versione di sé.
La fiducia di Tudor
Ha dilapidato una chance dietro l’altra, ad eccezione, se vogliamo, della gara con l’Atalanta, disputata dall’olandese per una mezzora con il giusto livello di intensità. Nessun guizzo particolare, nessuna disattenzione. Una prova sufficiente che sembrava presagire una timida inversione di marcia dell’ex Dea. Poi ci ha pensato il match con il Villarreal a fugare ogni dubbio. Mercoledì sera si è rivisto il solito Koop: quello scuro in volto, sfiduciato, che trotterella su e giù per il campo, tra passaggi sbagliati e spunti fini a se stessi. Eppure Tudor continua a credere in lui, lanciandolo al posto di profili affidabili, in fiducia. A cominciare da capitan Locatelli, sempre puntuale e prezioso in ambo le fasi – la Juve, piaccia o non piaccia, non ha un profilo dalle simile caratteristiche -; passando per Chico, relegato in panchina dall’inizio in virtù delle noie muscolari dell’ultimo mese. Acciacchi che – stando a come è entrato a partita in corso – sembrano già belli che superati. Insomma, non è chiaro se Tudor si sia messo in testa (forse imbeccato dalla stessa società) di revitalizzare Koop a tutti i costi, ma è indubbio che questa missione alla lunga potrebbe costare cara alla Juventus. Del resto, la fiducia, come le stagioni, ha un ciclo naturale. E se l’estate del 2024 aveva acceso sogni e aspettative, l’autunno del campo sta svelando una verità più cruda, e cioé che certe scommesse, quando non pagano, vanno semplicemente archiviate. A Koop il compito di provare il contrario…
