Accomtare i rapporti a dieci club Laliga per tollerare i messaggi di odio verso gli ebrei nei loro stadi
2025-10-07 19:07:00 Fa notizia quanto riportato poco fa da Marca a proposito della massima divisione iberica:
Accompany ha presentato una denuncia formale contro diversi club di Laliga per aver permesso alla mostra di stendardi e messaggi di odio verso gli ebrei in diversi stadi spagnoli. L’organizzazione accusa entità come Athletic Club, Rayo Vallecano, Osasuna, Sevilla, Real Sociedad, Celta, Alavés, FC Barcelona e CE Europe Se i simboli politici e gli slogan anti -semiti hanno tollerato durante le partite giocate tra il 16 settembre e il 6 ottobre, alcuni di essi con messaggi espliciti come “Israele Sunsitu” (“Distruggi Israele”) nel Sadar.
La dichiarazione di accompagnamento sostiene che questi eventi sono una politicizzazione del calcio e una violazione della neutralità che i recinti sportivi devono governare. Critica anche la permissività istituzionale di fronte ai comportamenti che considera contraria alla legge 19/2007 contro la violenza, il razzismo e l’intolleranza nello sport. L’associazione chiede che i casi siano indagati, le sanzioni vengono applicate ai club coinvolti e i protocolli di controllo e prevenzione sono rafforzati per impedire agli stadi di diventare spazi di discriminazione.
SALGO DI ACCOMPAN
“Accom ha presentato una denuncia formale dinanzi alla Commissione statale contro la violenza, il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza allo sport, chiedendo le indagini e la sanzione di vari club di calcio spagnoli nella lega, per la ripetuta mostra di simboli, stendardi e palette politiche collegate al conflitto nazionale e nazionali, per la competizione nazionale, per la scomparire, per il conflitto nazionale e la nazionale, per la competizione nazionale, per la sceneggiatura, per il conflitto nazionale e la nazionale, per il conflitto nazionale e la nazionale, per il conflitto nazionale e il nazionale.
Gli incidenti del documento di reclamo si sono verificati tra il 16 settembre e il 6 ottobre nelle fasi di Bilbao (Athletic Club), Madrid (Rayo Vallecano), Pamplona (CA Osasuna), Siviglia (Sevilla FC), San Sebasti (Real Sociedad), VIGO (RC CELTA), VITORIA (Deporta e Esportiu Europe), dove erano tollerate le pancartas e le bandiere palestinesi accanto a odio messaggi e incitamenti che hanno colpito gli spettatori e i cittadini israeliani, e persino espressioni dirette di violenza come lo slogan “Israel Sunsitu” (“distrugge Israele”) esibite nello stadio di Osasuna.
Particolarmente grave è la dichiarazione pubblica del presidente della lega, Javier Tebas, che il 19 settembre ha dichiarato che “la lega non proibirà l’ingresso di bandiere palestinesi”. Un’istruzione che, in pratica, equivale a legittimare la politicizzazione degli stadi e di disattivare i meccanismi di prevenzione stabiliti nella legge 19/2007 contro violenza, razzismo, xenofobia e intolleranza nello sport.
Con queste parole, Tebe ha incoraggiato la permissività e l’impunità di fronte ai comportamenti che violano la neutralità dello sport e aprono la porta alle espressioni dell’odio ideologico. Ciò che si sta normalizzando negli stadi spagnoli non è solidarietà, ma intolleranza politica e razziale diretta contro il popolo ebraico e i cittadini dello stato di Israele.
Dal calcio di accompagnamento, non può diventare una piattaforma di agitazione politica o uno spazio in cui i discorsi di odio sono sbiancati sotto la scusa dell’attivismo “filo-palestino”. L’uso dello sport come veicolo di propaganda ideologica degrada i valori di coesistenza, neutralità e rispetto che i recinti sportivi dovrebbero governare.
Le fasi spagnole non possono essere trasformate in altoparlanti dell’antimitismo contemporaneo. Ogni bandiera e ogni canzone che giustifica o applaude la violenza contro Israele sono un’espressione di xenofobia e intolleranza che danneggia direttamente la comunità ebraica spagnola e tutti coloro che difendono la libertà contro il fanatismo.
Accompagna il fatto che la Commissione statale e le autorità sportive indagano e sanzionano comportamenti documentati, che le responsabilità disciplinari sono necessarie ai club già coinvolti nella lega e che i controlli di accesso e i protocolli contro la discriminazione e gli incitamenti all’odio in tutti i recinti sportivi siano rinforzati.
Dall’accompagnamento smetteremo di denunciare e combattere l’antimitismo in tutte le sue forme. Gli stadi non possono essere trincee ideologiche o messaggi odiosi di odio e ostilità ideologica “
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