Tuttosport – “Non lasciare tracce”. Tutte le frasi che ha ignorato Chiné
2025-10-08 10:36:00 Flash news da Tuttosport:
Nell’estate del 2020, il Napoli porta a termine quello che diventerà il trasferimento più oneroso della sua storia: l’arrivo dell’attaccante Victor Osimhen dal Lilla. Un affare complessivo da 70 milioni di euro, articolato in 50 milioni cash e 20 milioni in contropartite tecniche. Tuttavia, la procura di Roma ha sollevato dubbi sull’intera operazione, ipotizzando la creazione di plusvalenze fittizie grazie a valutazioni gonfiate di calciatori marginali. Grazie a un’informativa della Guardia di Finanza emergono dettagli rilevanti su come fu costruita la trattativa. Oggi, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis e l’ad Andrea Chiavelli rischiano il rinvio a giudizio, mentre i due dirigenti sportivi dell’epoca, Cristiano Giuntoli e Giuseppe Pompilio, non risultano formalmente indagati. La giustizia sportiva ha scelto, al contrario di quanto avvenuto nel caso Juventus, di non riaprire il fascicolo. Ma gli elementi raccolti mostrano comunque un quadro opaco e articolato, messaggi tra i dirigenti coinvolti e ignorati da Chiné.
Il tetto dei 50 milioni e l’escamotage del “valore nominale”
Durante le trattative, il Napoli stabilisce un limite invalicabile: per Osimhen non si potranno spendere più di 50 milioni di euro. Il Lilla, però, valuta l’operazione 70 milioni e propone una formula per “quadrare i conti”. In una mail fondamentale per le indagini, il presidente del Lilla, Gérard Lopez, spiega: “Questo, carissimi, vi permette di pagare (per Osimhen, ndr) un prezzo inferiore rispetto a qualsiasi altro club, ma – sottolinea – con un valore nominale che è quello necessario per chiudere”. Secondo i pm romani, questa dichiarazione conferma l’artificiosità dell’affare. Le valutazioni sarebbero state gonfiate con l’obiettivo di simulare un esborso maggiore, sfruttando il ricorso a calciatori di scarso valore reale come “moneta di scambio”. Una strategia per rispettare formalmente le richieste del Lilla senza superare i limiti di budget imposti dal Napoli.
Le valutazioni gonfiate: da Llorente a Leandrinho
La prima ipotesi prevede l’inserimento di Fernando Llorente, ma l’affare non va in porto. Il Napoli allora si orienta su altri nomi, tra cui il brasiliano Leandrinho, in prestito al Bragantino con diritto di riscatto a soli 500 mila euro. Ciononostante, all’interno della società partenopea si discute di una valutazione tra i 10 e i 15 milioni per ciascuno dei due giocatori. Un’evidente sproporzione rispetto al valore di mercato. Successivamente entra in gioco anche Adam Ounas, il cui inserimento nella trattativa fa emergere contraddizioni: “Dal momento che il Lille è interessato all’acquisizione a titolo definitivo di Ounas, che comunque ha un reale valore di mercato superiore a Leandrinho e Llorente…”. Per gli investigatori questa frase è rivelatrice perché “è evidente che la sola quotazione di Ounas esprimeva un reale valore di mercato” e ammette implicitamente che le valutazioni dei primi due erano fittizie. Questo accentua il sospetto sulla strumentalità degli altri inserimenti.
