Tuttosport – “Spalletti geniale, la riunione di Luciano me la mangiavo con gli occhi”. Sulla Roma e Guardiola…
2025-12-26 13:30:00 Non lascia di certo indifferenti l’ultima news di Tuttosport:
Daniele De Rossi si è raccontato senza filtri. In un’intervista concessa a Dazn e realizzata dall’amico Massimo Ambrosini nella sede del Genoa, il tecnico, che lunedì sera affronterà per la prima volta la Roma da avversario, ha ripercorso aspetti personali e professionali con grande sincerità. Ha rivelato di aver declinato molte richieste mediatiche perché “Ormai da tempo faccio solo quello che mi piace. Come si fa? Io mi sono fatto esonerare subito (ride ndr). La vita non si può scindere dal concetto di famiglia, dalle persone importanti per noi. Lo spogliatoio è la nostra altra famiglia. Bisogna trovare un equilibrio. Una volta ho sentito Allegri parlare di questo: la voglia di ritagliarsi uno spazio per vedere una serie tv. Mi piace vedere Stranger Things, un film o una serie. Un libro no, mi distraggo e penso agli schemi. C’è bisogno di staccare e ti migliora anche un pochino”. Poi ha rivelato qualche retroscena sul suo addio alla Roma, i suoi punti di riferimento e ha elogiato anche Spalletti.
“A Roma problemi con l’ad. Alla Spal ho capito tanto”
De Rossi ha raccontato come ha vissuto i mesi prima di accettare la proposta del Genoa: “Se ho rifiutato qualcosa? Non ho rifiutato niente perché avevo voglia di allenare, ho rifiutato forse la categoria e alcune situazioni dove non vedevo molto chiaro, sono gli altri che hanno rifiutato me. Nelle prime due esperienze ho avuto problemi, in maniera diversa, con i dirigenti. Alla Spal con un dirigente abbiamo chiarito, lo sento ancora adesso, a Roma ho avuto problemi con l’Ad, niente di clamoroso ma comunque problemi: non voglio che passi il concetto che io ho problemi con i dirigenti, non è così. Alla Spal una volta in conferenza parlai di quanto io non fossi contento del mercato e di qualche dinamica. Il presidente si arrabbiò, era Joe Tacopina, avevamo un rapporto diretto e familiare. Io gli dissi di aver detto la verità e lui mi risposte: “Chi ti ha detto che puoi dire la verità?”. Lì ho capito tante cose”.
De Rossi è poi ritornato sull’esperienza alla Roma: “A vederla adesso un po’ mi dispiace quello che è successo, hanno avuto l’exploit che io avevo predetto. Io avevo un piano chiaro: primo anno si costruisce, secondo si cresce, terzo si lotta per lo scudetto. Non eravamo proprio pazzi a puntare su questo gruppo che secondo me è molto forte. Se non mi credevano? I presidenti pendevano dalle mie labbra, con loro avevo un rapporto costante e a livello calcistico ho sempre avuto ampia libertà, si fidavano, hanno iniziato a chiedermi le cose prima di confermarmi per i successivi tre anni. C’era grande rispetto dei ruoli. Poi si sono un po’ incrinate le cose e mi dispiace, ma quello che è successo io e il mio staff non lo meritavamo”.
L’esonero alla Roma: “Un’ingiustizia”
“Non sei mai pronto all’esonero, era settembre. Se l’ho vissuto come un’ingiustizia? Io pensavo e penso di essere a posto con la coscienza, non ho mai tradito chi era lì, non ho mai usato il “potere” che avevo in quella città per proteggere me e andare contro i giocatori o la società. Questo ai miei occhi è importante, se mi fossi tradito da solo non sarei stato così orgoglioso di quello che abbiamo fatto”, ha proseguito De Rossi. Poi ha aggiunto: “L’esonero si vive male perché smetti di fare ciò che ti piace. Non penso di aver avuto più dolore dall’esonero dalla Roma che dalla Spal: quando ho salutato i ragazzi eravamo in una palestra più brutta di quella di Trigoria, con dei giocatori meno bravi, con una società meno forte, ma il dolore è stato lo stesso,i ragazzi piangevano tutti. Ti rimane il senso di incompiutezza, quel “Fammi fare, che la rimetto a posto”.
