TS – “Guai a chi mi tocca Spalletti. La Juve un errore, il ritorno di Boniperti mi spezzò le gambe”
2025-12-27 11:56:00 Torino, l’ultimo titolo di Tuttosport:
TORINO – Lamberto Piovanelli vanta ancora un cospicuo credito con la fortuna. Bisogna tornare indietro di 35 anni: è il dicembre 1990. Si fa male Roberto Mancini, così per la sfida del 22 dicembre contro Cipro il ct Azeglio Vicini chiama l’allora attaccante del Pisa dei miracoli del presidente Romeo Anconetani. Niente debutto, ma almeno si toglie la soddisfazione della prima chiamata in azzurro. Il 30 dicembre dello stesso anno, però, si rompe una gamba contro la Lazio. Tra quella chiamata dell’Italia e l’infortunio la Juve, allora guidata a livello dirigenziale da Luca Cordero di Montezemolo, perfeziona il colpo: 4 miliardi e mezzo al Pisa. Piovanelli rimane in Toscana fino a fine stagione. Ma si fa male, torna a marzo per aiutare il Pisa ed affronta un nuovo infortunio. Piovanelli di fatto non tornò più come prima. Anche perché la Juve, dopo averlo preso (strappandolo alla Fiorentina, la squadra per la quale Lamberto ha sempre tifato sin da bambino), cambia piani. In bianconero, infatti, non si registrano presenze. Le avventure con Atalanta, Verona e Perugia chiuderanno una carriera con tanti gol – praticamente solo al Pisa – ma piena di rimpianti. A soli 31 anni. Coi sogni infranti da problemi fisici troppo invalidanti.
Lamberto Piovanelli, lei di fatto è sparito dal mondo del calcio. Di cosa si occupa nella sua nuova vita? «Gestisco un negozio di alimentari. Si chiama “Pane & Vino dal Piova”, a Pisa. E sto benissimo. Certo, sono tifoso della Fiorentina e abito a Pisa, per cui non può andare tutto bene per me in questo momento: bisogna sperare in tempi migliori. Menomale che c’è il mio amico Luciano che mi dà soddisfazioni». Avete giocato insieme negli anni ‘80, condividendo l’esperienza nelle file del Castelfiorentino. «Sono molto legato a lui, con me è stato un fratello maggiore. Mi è rimasto nel cuore. Abbiamo stretto una grandissima amicizia, ero legato anche al suo caro fratello Marcello. Gli voglio bene. Mi tocca tifare anche per lui, nonostante la mia grande fiorentinità».
