Bologna, Italiano: “La mia priorità era rimanere qui. Non siamo lontani dall’Atalanta” | Serie A

Bologna, Italiano: “La mia priorità era rimanere qui. Non siamo lontani dall’Atalanta” | Serie A

2025-05-31 11:59:00Non ci risulta al momento nessuna smentita a riguardo dell’ultima notizia pubblicata da CM.com:

Vincenzo Italiano ha firmato il rinnovo con il Bologna fino al 2027, mettendo così fine alle voci su un possibile addio, con il Milan che era un’ipotesi concreta per il futuro. Per l’allenatore, che ha riportato la Coppa Italia ai rossoblù, la permanenza è sempre stata la priorità. Lo spiega in una lunga intervisa a Il Resto del Carlino.


LA DECISIONE – “La mia priorità è sempre stata il Bologna, la priorità era parlare con i dirigenti ed ero convinto che sarebbe andato tutto bene. E’ una questione di valori umani e tecnici. Qui c’è grande voglia di restare su livelli alti, la squadra è forte, sennò non vinci una Coppa Italia. Qui ho conosciuto persone che mi hanno fatto stare bene, da Saputo ai dirigenti, passando per ognuno che lavora a Casteldebole. E poi il rapporto che ho costruito con i ragazzi: questo per me vale tanto. Quando mi sono ritrovato su quel pullman scoperto, alla parata è stato il momento in cui mi sono detto “Resto qui”. Quella marea rossoblù è stata un’emozione indescrivibile. Avevo già deciso, ma lì si è suggellata. L’affetto della gente, di Bologna, mi ha colpito. Quando c’è da decidere, per me queste cose pesano tanto”.


LA COPPA ITALIA – “Dissi che avremmo riprovato a riportare la gente in piazza perché volevo mandare un messaggio al gruppo: avevano fatto qualcosa di storico con la Champions e volevo scuoterli, temevo la pancia piena. Poi la piazza l’abbiamo riempita davvero: quindi diciamo che son stato ‘di parola’. A me è piaciuto tantissimo l’atteggiamento che ha avuto lo stadio. A Roma ci siamo arrivati tutti insieme: i tifosi convinti della spinta che potevano darci e noi con la voglia di ripagarli. Dopo la partita persa col Milan il venerdì prima ho capito che l’avremmo potuta alzare. La sfida di San Siro ci ha permesso di fare delle valutazioni: abbiamo tenuto a riposo qualcuno, siamo andati all-in sulla finale”.


FUTURO – “Cosa ho chiesto? Non lo devo chiedere, un Bologna forte e lo deve costruire la società perché questa gente merita di avere una squadra di qualità, che possa arrivare lontano in tutte le competizioni. Arrivare in fondo ad aprile e maggio, vuol dire aver lavorato bene. Poi puoi vincere o perdere, ma credo che arrivare in finale sia già un merito. Saremo impegnati su quattro fronti, non si può stabilire prima l’obiettivo. Semmai strada facendo decideremo, come con la Coppa Italia quest’anno. Poi certo, in Europa League dovremo cercare di passare la prima fase. L’Atalanta quante coppe ha vinto? Una. Però poi fa terzo, quarto posto, semifinali, finali. E il livello si alza. Non a caso è una società modello in Italia. Per me, il Bologna non è lontano da quella dimensione”.


CASTRO E NDOYE – “Sono d’accordo con la società quando dice che nessuno è incedibile.Nel senso che se dovessero arrivare offerte incredibili, è giusto valutarle. Non sono quell’allenatore che si mette di traverso. Però, è chiaro che se si potesse avere continuità anche con certi elementi, io sarei molto contento. Non penso che si smantelli la squadra: non sarà così, anzi cercheremo di migliorarci”.



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