Bologna, hackerati i sistemi informatici del club. Richiesta di riscatto nel dark web, già pubblicati dati sensibili di Italiano|Primapagina
2024-11-29 10:00:00 Riportiamo di seguito quanto pubblicato poco fa da CM.com:
Il Bologna sta vivendo ore frenetiche per un importantissimo problema di cybersecurity. Il club emiliano, rivelano Repubblica e Corriere dello Sport è sotto minaccia da parte del gruppo di hacker informatici RansomHub che lo scorso 19 novembre, è riuscito a “bucare” i sistemi di protezione dei server informatici della società, rubando documenti, contratti, dati sensibili e tantissimo altro materiale e chiedendo un ricco riscatto alla società, che ha confermato la violazione alle autorità.
I DATI RUBATI – Gli hacker attraverso il dark web hanno per ore pubblicato soltanto le cartelle e non i file degli oltre 200 giga di materiale prelevato illegalmente dai server del club. Fra questi ci sono piani aziendali, tutti i contratti di sponsorizzazione, tutti i dati finanziari, tutti i dati personali e riservati dei giocatori, dei tifosi, dipendenti, le strategie di mercato, inclusi trasferimenti e giovani talenti di altre squadre e tutti i dati medici del club con sede a Casteldebole.
COSA RISCHIA IL BOLOGNA – La minaccia degli hacker è quella di pubblicare tutto il materiale, un fatto che porterebbe alla violazione del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati, il quale comporterebbe una multa da parte del Garante che potrebbe arrivare fino a 10 milioni di euro o al 2% del fatturato del club.
PUBBLICATI DATI DI VINCENZO ITALIANO – Non tutti i dati sono rimasti celati infatti, per provare la minaccia, gli hacker hanno pubblicato ad esempio la schermata con la scansione del passaporto di Vincenzo Italiano, i dettagli del suo contratto biennale firmato la scorsa estate in cui si vedono nel dettaglio tutti i compensi pattuiti e perfino il suo IBAN.
RICATTO – Nelle ultime ore è arrivata al club anche la richiesta di un pagamento importante per mantenere segreti questi dati con il gruppo di hacker che ha anche minacciato nuovamente, con un comunicato pubblicato sempre sul proprio sito nel darkweb, il club emiliano: “Il management del club si è rifiutato di proteggere i dati confidenziali di calciatori e sponsor. Perciò in 2 giorni pubblicheremo tutti i dati medici, personali e confidenziali dei giocatori del club. Ma ricordiamo loro che potranno ottenere molti più soldi attraverso le cause legali che giocando in un club che li ha traditi”.
IL BOLOGNA HA DENUNCIATO – E il Bologna? La società ribadisce di avere un Data Protection Officer (dpo) che ha il compito principale di osservare, valutare e organizzare la gestione del trattamento di dati personali e di conseguenza ha sporto immediatamente denuncia alla polizia postale informando della situazione il Garante. La società rossoblù si sta già muovendo per difendersi nelle sedi opportune e agirà per vie legali contro chi diffonderà questi dati trafugati.