Brio: “La Juventus è un simbolo dell’Italia”
2025-09-30 17:06:00 Continuano i commenti sui social network a seguito dell’ultima notizia riportata da CM.com:
L’ex difensore presente all’inaugurazione di un campo intitolato a Gaetano Scirea
Sergio Brio, ex difensore della Juventus, parla a margine dell’inaugurazione del campo polivalente intitolato a Gaetano Scirea in località Campolimpido, nel comune di Tivoli. Intervistati da Quintiliano Giampietro di Radio Bianconera, Brio parla così di Scirea: “Per me è un onore essere qui, su un campo intitolato ad una persona che più che un collega è stato per me un amico e un fratello. Il ricordo di Gaetano Scirea è indelebile, il ricordo di un uomo, un amico e un grande giocatore.
Ringrazio a nome mio e della Juventus il sindaco, l’Assessore allo Sport e la comunità di Tivoli per questa iniziativa che ci fa un enorme piacere, perché intitolare un campo di calcio a Gaetano Scirea per noi è un onore. Ricordo Gaetano come un amico e un leader silenzioso, non parlava mai ma quelle volte che parlava, nello spogliatoio tutti stavano zitti, aveva una grande umanità e una grande semplicità. Ci ha lasciato un esempio di umiltà, la sua grandezza la gente l’ha notata nel tempo ma noi ne siamo stati sempre consapevoli. Racconto volentieri un aneddoto, un giorno giocavamo contro una squadra di bassa classifica e non riuscivamo a fare gol, io marcavo il loro centravanti che obiettivamente ci stava facendo soffrire, io ero in difficoltà perchè era molto bravo a difendere la palla e a far salire la squadra.
Mancava un quarto d’ora alla fine della partita e Gaetano mi si avvicinò dicendomi: ‘Siccome è da solo, tu mettiti a marcarlo davanti, io mi metto dietro, così se la palla è corta la prendi tu, se è lunga la prendo io’. Una tattica che mi lasciava perplesso, perché marcarlo davanti non sembrava avere molto senso, invece fu fondamentale per neutralizzarlo del tutto, riuscimmo poi a fare gol e a vincere quella partita. Questo a dimostrazione che anche dal punto di vista tattico, dall’interno del campo, era uno che capiva le situazioni”.
