Calciomercato.com – Intermania, nervi tesi: curva agitata per i biglietti della finale, “vaffa” di Barella ad Acerbi e confronto nello spogliatoio | Primapagina

2025-05-19 11:00:00 Tiene banco in queste ore quanto riporta CM.com:
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Redazione Calciomercato
Ciapa nò. L’Inter spreca una grandissima occasione per sorpassare il Napoli, che pareggia 0-0 a Parma e resta in testa alla classifica con un punto di vantaggio sui nerazzurri, frenati sul 2-2 dalla Lazio. Nell’ultima giornata di Serie A i campioni d’Italia in carica vanno a Como, mentre la squadra di Antonio Conte gioca in casa contro il Cagliari già salvo. Ormai il finale sembra già scritto. Dal 5 maggio 2002 al 18 maggio 2025, sempre con la Juventus che batte 2-0 l’Udinese e l’Inter fermata dalla Lazio ma a campi invertiti: la delusione non è altrettanto bruciante, ma fa male lo stesso.
Intanto, com’è normale che sia in momenti decisivi come questo, a San Siro si respira aria di tensione prima, durante e dopo la partita. All’ingresso delle squadre in campo si sente un capo ultrà parlare così al megafono: “Non si stanno comportando bene per i biglietti per la finale, sembra che ci vogliano escludere e che la Curva Nord non sia così fondamentale. Ora facciamogli vedere chi siamo“. Il senso di quest’ultima frase è dimostrare come si possa spingere la squadra con il tifo. E poi parte il coro: “Ce ne andiamo a Monaco“. Ovviamente il riferimento è alla finale di Champions League contro il PSG del prossimo 31 maggio.
La gara si mette nel verso giusto per l’Inter sul finire del primo tempo, quando Sommer salva il risultato su Isaksen e poco dopo Bisseck mette dentro la palla del vantaggio. Ma nel secondo tempo la squadra nerazzurra si ripresenta in campo solo per difendere l’1-0, senza cercare il raddoppio per chiudere il discorso in anticipo e così lascia troppo campo alla Lazio specialmente dopo l’ingresso di Pedro.
Dimarco si becca con Marusic e gli dice di stare “muto”. Taremi fa perdere la pazienza a Simone Inzaghi, che ordina subito il cambio con Correa e una dozzina di minuti dopo Dimarco lascia il posto a Carlos Augusto. Certo, è facile ragionare col senno di poi, ma forse sarebbe stato meglio fare questi primi due cambi insieme, evitando così di restare con un solo slot per le sostituzioni.
L’azione dell’1-1 è rocambolesca, con i padroni di casa che perdono una serie incredibile di rimpalli. L’Inter riesce comunque a rimettere la testa avanti grazie all’inzuccata di Dumfries sulla punizione calciata da Calhanoglu. Sul 2-1 Inzaghi prepara gli ultimi cambi, con Darmian o de Vrij pronti a sostituire Bisseck, ma deve temporeggiare perché mancano ancora una decina di minuti al novantesimo più recupero. Nel frattempo proprio il difensore tedesco commette un fallo di mano in area che causa il rigore del 2-2 di Pedro, con le conseguenti espulsioni dei due allenatori Baroni e Inzaghi.
A questo punto bisogna necessariamente cambiare le scelte e infatti entrano Zielinski, Zalewski e Arnautovic. Quest’ultimo prima si mangia il 3-2 da pochi passi su sponda di Acerbi e poi va in rete su cross di Correa e deviazione di Carlos Augusto, ma il goal viene annullato per fuorigioco. Il nervosismo per l’obiettivo che sta sfumando è evidente anche tra i calciatori: prima Acerbi rimprovera Zalewski per non averlo servito prima in area di rigore, poi lo stesso Acerbi si prende un “vaffa” da capitan Barella per non avergli lasciato il pallone ed essere andato lui al tiro. Sono “cose di campo” che succedono, nascono e muoiono lì.
Dopo il triplice fischio finale la squadra nerazzurra rimane chiusa nello spogliatoio per un’ora circa con allenatore e dirigenti. Anche in questo caso è facile dirlo col senno di poi, ma stavolta risuonano un po’ stonate le dichiarazioni nel pre-partita del presidente Beppe Marotta, che parla di “allenamento propedeutico alla finale di Champions League“. Non il massimo per caricare l’ambiente, anche se probabilmente il gruppo squadra neanche le avrà sentite queste parole.
Poi fa discutere il silenzio stampa deciso nel dopo-gara. Ci può stare se il motivo è soltanto quello di evitare il rischio di rilasciare dichiarazioni troppo sopra le righe dettate dal nervosismo del momento, ma sarebbe sbagliato puntare il dito contro le decisioni arbitrali. Se, come sembra ormai certo, il Napoli vincerà lo Scudetto, vorrà dire che se lo sarà meritato. E l’Inter dovrebbe complimentarsi, riflettere sui propri errori e concentrarsi sull’obiettivo più importante: la finale di Champions League. Anche perché farsi distrarre da “retro-pensieri” che non esistono rischierebbe di inquinare l’aria nella strada verso Monaco di Baviera. Per continuare a vincere bisogna anche saper perdere, come finora ha sempre fatto l’Inter. Adesso non è proprio il momento di cambiare stile.