CdS – dura telefonata a Comolli. Kolo Muani ora diventa un caso
2025-09-06 08:04:00 Continuano i commenti sui social network a seguito dell’ultima notizia riportata dal Corriere dello Sport:
TORINO – “Ci avete preso in giro“. Firmato Nasser Al-Khelaïfi. Destinatario del messaggio, Damien Comolli, direttore generale della Juventus. Oggetto del contendere: Kolo Muani. Non è andato evidentemente giù al patron del Paris Saint Germain l’epilogo della telenovela relativa al futuro dell’attaccante francese, fuori dal progetto del Psg, promesso sposo della Signora per tutta l’estate e finito al Tottenham sul gong del mercato dopo che i due club non sono riusciti a trovare un’intesa. Il primo passo era stato il prolungamento di un mese del prestito del giocatore in modo da averlo a disposizione per il Mondiale per Club. Poi, da luglio in avanti, è iniziato il confronto sull’asse Torino-Parigi per trovare la formula giusta dell’affare per riportare Kolo Muani in bianconero. Una trattativa infinita, un lungo tira e molla arrivato fin quasi sulla sirena di fine trattative, con un esito diverso da quello pronosticato anche se negli ultimi giorni le possibilità di arrivare a una conclusione positiva si erano ridotte. In mezzo a tutto questo c’era Randal che per settimane ha atteso la Juve, rimanendo fedele alla parola data al club bianconero e rifiutando ogni offerta arrivata dalla Premier League e dalla Turchia, speranzoso di poter tornare là dove si era rilanciato segnando 10 gol in 22 presenze.
Il nodo irrisolto
La Juve ha creduto a lungo di poter riportare in rosa Kolo Muani e regalare a Tudor un giocatore molto gradito al tecnico. Il nodo era sempre il solito: Vlahovic. La Continassa aveva messo sul mercato Dusan, con l’intento di liberarsi degli oltre 42 milioni di costo tra stipendio record (12 milioni netti) e ammortamento e di dare ossigeno al bilancio. Il bomber serbo però alla fine è rimasto e anche se John Elkann, la proprietà, alla fine aveva acconsentito (previa uscita di altre pedine per fare cassa) di dare corso all’operazione Kolo Muani nonostante la permanenza di Vlahovic, le riflessioni sui costi sono diventate sempre più profonde. Comolli aveva intessuto la tela con il Psg sulla base di un prestito oneroso con diritto di riscatto: un affare da 50-55 milioni tra affitto e diritto di acquisto condizionato al raggiungimento di determinati obiettivi. I campioni d’Europa pretendevano invece un obbligo di riscatto. La trattativa è proseguita ma all’improvviso è arrivato lo stop. È accaduto nel rush finale di mercato quando il Psg ha alzato l’asticella delle richieste, toccando i 70 milioni. Cifra decisamente fuori dai parametri e dalle possibilità della Signora.
La telefonata di Al Khelaïfi
C’è stata anche il tentativo di discutere su un nuovo prestito secco, come l’anno scorso, per non appesantire i conti bianconeri. Si è arrivati al 31 agosto, giorno della rottura definitiva. La Juve ha provato un ulteriore assalto, l’apertura del Psg sarebbe arrivata soltanto in piena notte. Troppo tardi, però, Comolli aveva già cambiato rotta. Da qui la rabbia di Al-Khelaïfi rivelata dai francesi di “Sport Zone”: “Ci avete preso in giro per diverse settimane – avrebbe detto a Comolli in una telefonata –. È finita, non vincerete questa battaglia con me. Mi ricorderò dei metodi che avete utilizzato“. L’Equipe ora sottolinea come il dg juventino “ha un nemico in più”. Nasser, appunto.
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