CM.com – ‘Caro Canada, noi non giochiamo’. Anche l’equa retribuzione di genere nello sciopero dei nazionali canadesi | Nazionali

CM.com – ‘Caro Canada, noi non giochiamo’. Anche l’equa retribuzione di genere nello sciopero dei nazionali canadesi | Nazionali

2022-06-06 19:00:00 Arrivano conferme:

“Caro Canada”. Hanno scelto la più tradizionale delle formule, i calciatori della nazionale canadese, per comunicare al Paese il motivo dell’astensione dalla gara amichevole contro la nazionale di Panama. Un passaggio caratterizzato da spirito di comunanza nazionale, quasi intimistico, che però nei toni è un’eccezione rispetto ai toni della lettera. Quest’ultima, nel descrivere dei motivi dello sciopero e delle rivendicazioni che lo ispirano, è invece molto diretta. E denuncia uno stato delle cose che, per quello che riguarda la gestione del business generato dall’attività delle nazionali canadesi (e dai loro recenti successi) non è equo verso i calciatori e le calciatrici che giocano nelle rappresentative. Per questo i giocatori hanno deciso di astenersi sia dagli allenamenti che dalle partite. La prima, un’amichevole, è saltata nella giornata di ieri. E adesso sono a rischio anche le due gare in calendario contro Curaçao (9 giugno) e Honduras (13 giugno), che hanno carattere ufficiale perché relative alla Nations Cup della Concacaf. I giorni che mancano sono pochi e i margini di trattativa molto stretti. Resta agli atti la figuraccia globale, per un movimento calcistico che è in rapida ascesa e d’improvviso scopre di misurarsi con una crisi di crescita.

IL NODO – Il testo della lettera aperta dei calciatori canadesi, riprodotto nell’account Twitter del giornalista canadese Rick Westhead, dà conto della versione dei calciatori. I quali parlano di uno stallo nelle trattative con la federcalcio canadese (Canada Soccer) per una più equa distribuzione dei proventi generati dall’attività delle nazionali maschile e femminile. Con l’aggiunta della richiesta di un trattamento paritario per calciatori e calciatrici, senza alcuna discriminazione di genere, ciò che ha determinato la pubblicazione di un’altra lettera aperta con cui le calciatrici hanno ringraziato i colleghi. Secondo la versione dei calciatori, i vertici federali avrebbero dato seguito con grande ritardo alle loro richieste di confronto e infine si sarebbero fatti avanti con una proposta giudicata irricevibile. Da qui la decisione di disertare l’amichevole con Panama. Che fra l’altro era stata organizzata in sostituzione di altra amichevole con la nazionale iraniana, disdetta per ragioni politiche. Tornando alla lettera aperta firmata dai calciatori, un passaggio importante è dedicato al ruolo di Canada Soccer Business (CSB), agenzia cui la federazione ha conferito la gestione dei propri asset commerciali. I calciatori giudicano dannosi gli effetti di questo accordo con CSB, ciò che ha provocato un’immediata e piccata risposta da parte dell’agenzia.

CRISI DI CRESCITA – Vi sono dunque le condizioni di un conflitto acuto, la cui soluzione sarà per niente facile visti i toni usati. E ciò avviene giusto nel momento in cui il calcio canadese vive un momento d’inattesa crescita. La nazionale maschile ha conquistato la qualificazione alla fase finale di Qatar 2022, colmando un’assenza che durava da Messico 1986. E ancor meglio ha fatto la nazionale femminile, che ha vinto l’oro a Tokyo 2020. Dunque il calcio canadese ha smesso di essere il parente povero del continente nordamericano e ciò avviene in prossimità del mondiale da organizzare in associazione con gli altri due giganti della Concacaf, cioè Messico e Usa. I Mondiali 2026 saranno l’opportunità del definitivo salto in alto. Ma intanto la lunga rincorsa verso quell’appuntamento storico avviene nel segno di una conflittualità sfuggita di mano, segno evidente di una crisi di crescita. Che arriva in tempo sufficiente per essere affrontata. Sempre che le parti siano in grado di ritrovare le condizioni per il dialogo.

@pippoevai





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