FC Barcelona: la Procura si oppone all’accusa di corruzione contro il Barcellona nel “caso Negreira”
2024-02-02 20:50:49 Notizia fresca fresca direttamente dai nostri cugini spagnoli. Marca, massima autorità sportiva in quel di Spagna, riporta quanto segue:
lA Procuratore Anticorruzione si oppone alle indagini per corruzione FC Barcelona per pagamenti all’ex vicepresidente della Comitato tecnico degli arbitri (CTA) José María Enriquez Negreiraconcludendo che ciò non presenta la condizione di pubblico ufficiale che il reato richiede.
Come hanno informato EFE fonti del Pubblico Ministero, i pubblici ministeri del “caso Negreira” hanno presentato un documento in cui aderire ai ricorsi che le difese hanno proposto contro la decisione del gip per indagare su Bara, sui dirigenti del club accusati e sullo stesso Negreira per un reato di corruzione.
Il Tribunale di Barcellona deve ora decidere se revocare la decisione del capo del tribunale investigativo numero 1 di Barcellona, Joaqun Aguirreche lo scorso settembre ha aggiunto a quelli di corruzione tra privati in ambito sportivo, scorretta amministrazione, falsificazione di documenti commerciali e riciclaggio che la Procura attribuisce agli indagati nel “caso Negreira”.
Il reato di corruzione, che secondo la normativa deve essere giudicato da un tribunale popolare, punisce il pagamento di tangenti a pubblici ufficiali, senza necessità di dimostrare il corrispettivo ricevuto in cambio dei doni.
Sebbene Enriquez Negreira non era un funzionario, come richiede il reato di corruzione, il giudice, avvalendosi di abbondante giurisprudenza in materia, ha concluso che tale qualifica gli spetta «a fini penali, avendo svolto funzioni pubbliche in qualità di vicepresidente della CTAtra l’altro relativo alle qualifiche degli arbitri e alle loro promozioni e retrocessioni.
Tuttavia, la Procura Anticorruzione – che è stata quella che ha presentato la denuncia in tribunale per i 7 milioni di euro che il FC Barcelona ha pagato a Enríquez Negreira e suo figlio, tra gli anni 2001 e 2018– ha preso le distanze dal gip ed ha sostenuto i ricorsi presentati dalle difese davanti alla Corte.
La ragione è che, per il pubblico ministero, a Enríquez Negreira non si applica lo status di pubblico ufficiale, nemmeno per analogia con le funzioni da lui svolte nel Comitato Tecnico dei Referenti (CTA).
Lo stesso argomento è stato avanzato in appello dagli avvocati del Barcellona, Cristóbal Martell e Marc Molinsil quale ha anche avvertito che la nuova classificazione penale, “lungi dal costituire un esercizio di stile sterile, può produrre un impatto molto rilevante sul corso e sviluppo investigativo del processo in relazione ai periodi temporali e alle persone indagate”.
In questo senso, l’appello avverte che l’inclusione della corruzione “pone uno specchietto retrovisore che guarda fino al 2001, quando iniziarono i pagamenti legati a José Enríquez Negreira e alle sue società”. che proietterebbe l’eventuale status di imputato ad altri dirigenti dell’FC Barcelona.
Infatti, un mese dopo, il giudice ha accettato di incriminare l’attuale presidente del Barça, Joan Laporta, nel “caso Negreira”, concludendo che i pagamenti all’ex vicepresidente del Comitato Tecnico degli Arbitri (CTA) svolte tra il 2008 e il 2010nel corso del suo precedente mandato, non sono scaduti perché costituiscono reato di corruzione continuata.
La Procura Anticorruzione, oltre allo stesso Laporta, ha poi presentato ricorso contro l’accusa del presidente del Barcellona dopo aver concluso che i suoi possibili reati sarebbero scaduti nel luglio 2020senza poter essere considerato responsabile dei pagamenti effettuati dai consigli di amministrazione che gli sono succeduti, questione che dovrà risolvere anche il Tribunale di Barcellona.
Nel ricorso contro la sua accusa, Laporta ha ritenuto che la “via legale” stampata dal giudice per imputare corruzione anche in questo procedimento fosse motivata da una “necessità di sopravvivenza del caso”, poiché dimostrerà che esso è stato alterato in modo fraudolento. competizione (reato di corruzione sportiva)”“comporta molte più difficoltà” della corruzione.
Laporta insiste nel suo appello su questo punto Né la Reale Federcalcio spagnola (RFEF) né il Collegio Tecnico degli Arbitri (CTA) sono soggetti a un “controllo attivo e intenso” da alcuna amministrazione e che Negreira “non può essere considerato un funzionario a fini criminali”.
Si evidenzia inoltre che la RFEF fa parte della FIFA, organizzazione internazionale che “predica l’apolitismo sportivo”, tanto che nei suoi statuti stabilisce regole volte a “prevenire illazioni del governo, tenendo conto dei poteri relativi agli allenatori, ai comitati disciplinari e di appello, alla designazione dei arbitri e tribunali arbitrali come propri e non trasferibili alle autorità governative.”
Sulla stessa linea l’ex presidente del Barcellona Sandro Rosell Ha inoltre respinto l’ipotesi del reato di corruzione perché ritiene che la RFEF sia un “ente privato” e che, di conseguenza, “in nessun modo può essere attribuita la qualità di pubblico ufficiale “che ricopre la carica di vicepresidente del Comitato Tecnico dei Giudici”.
“È sorprendente che la FIFA esiga dalle sue federazioni affiliate la più assoluta indipendenza in materia di arbitrato, rifiutando espressamente qualsiasi ingerenza del governo in questa materia, e tuttavia l’istruttore (nel caso Negreira) ha insistito nel sostenere che una persona che collabora con la CTA deve avere lo status di pubblico ufficiale”, sostiene Rosell.
La redazione di JustCalcio.com è sempre al vostro servizio per offrirvi le ultime notizie sulla Liga spagnola e non solo!
Vai alla fonte di questo articolo
