Gazzetta – Gol, rinunce e rimpianti: Milan-Juve e le sliding doors di Ibra e Tevez
2023-10-20 13:26:56 Fa notizia quanto riportato poco fa dalla GdS:
Zlatan fu a un passo dal Milan nel 2006, ma poi si inserì l’Inter, mentre l’arrivo dell’argentino a Milanello naufragò all’ultimo momento nel 2013
C’è un’infinità di stelle nel cielo di Milan-Juventus: con l’imbarazzo della scelta. Ma Zlatan Ibrahimovic e Carlitos Tevez meritano una citazione speciale, non solo per la loro caratura tecnica. Anche per la personalità. E poi perché si sono potenzialmente sfiorati: a dividerli, solo pochi mesi… Lo svedese ha indossato le due maglie, invece l’argentino è arrivato in bianconero nel 2013 dopo aver accarezzato quella rossonera il 12 gennaio 2012. La storia dice però che quel trasferimento salta all’imbrunire, quando Silvio Berlusconi decide di accontentare sua figlia Barbara e il brasiliano Pato, in quel momento legati sentimentalmente. Salta così la magistrale operazione di Adriano Galliani che ha chiuso l’acquisto dell’Apache dal Manchester City con i soldi garantiti dal Psg per il Papero. Ed evapora l’ambizioso progetto di raccogliere la pesante eredità di Ibra.
nuovo ciclo
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Al posto di Carlitos arriva Maxi Lopez. E non è la stessa cosa. Nello scontro diretto sfuma la vittoria del k.o. da scudetto per la clamorosa svista arbitrale del gol annullato a Muntari e la Juve di Antonio Conte compie l’impresa di vincere al fotofinish. Aprendo un nuovo ciclo, quello dei nove titoli bianconeri consecutivi. Al contrario il Milan entra in un cono d’ombra. Berlusconi è costretto a vendere i suoi gioielli. Innanzitutto Zlatan e Thiago Silva, mentre ammainano bandiera colossi come Nesta, Gattuso e Inzaghi.
altalena
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Le vicende più recenti hanno riportato in alto il Milan in contemporanea con i guai juventini. L’altalena un po’ stempera le amarezze milaniste, ma ha fatto effetto che nell’aprile di un anno fa a Milanello sia sbarcato proprio Tevez, in tour per l’Italia per il suo tirocinio da allenatore. Di sicuro con la Juve nel biennio 2013-15 Tevez diventa in breve un idolo: per i tanti gol (39 in 69 gare), ma anche per il carisma, quello che aiuta il gruppo di Conte a crescere in fretta. Tra le sue perle c’è anche una rete spettacolare al Milan nel marzo 2014. La sua firma sul 2-0 tramortisce la squadra di Seedorf. E il settembre successivo replica a San Siro per l’1-0 con cui i campioni d’Italia affossano i giocatori di Inzaghi. Nel frattempo sulla panchina bianconera s’è seduto proprio Max Allegri, un altro protagonista di quest’intreccio, l’unico superstite, evidentemente, di quegli anni dorati.
alti e bassi
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Nel frattempo è finito in penombra (si fa per dire) Ibra, ma solo perché ha smesso. Cardinale lo rivuole in società con un nuovo ruolo e la trattativa è stata avviata. Ciò conferma come sia intatto il feeling con il mondo milanista. Eppure anche questa storia d’amore ha avuto i suoi alti e bassi. Le lancette del tempo vanno portate indietro addirittura sino al 2006. Poco prima che scoppiasse Calciopoli. In quella primavera Zlatan e Mino Raiola erano entrati in rotta di collisione con Luciano Moggi perché la Juve non voleva riconoscergli un sostanziale raddoppio dell’ingaggio dopo il brillante biennio sotto la guida di Fabio Capello. Si inserisce il Milan e l’intesa con Galliani è presto fatta. Aumento accordato in attesa di chiudere l’accordo anche con il club degli Agnelli. Il piano, però, va a monte perché pure i rossoneri finiscono nel polverone dell’inchiesta.
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strada spianata
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Così a luglio la penalizzazione all’orizzonte obbliga il Milan a fare un passo indietro. E l’Inter si trova la strada spianata. Con la retrocessione in Serie B la Juve del dopo Triade è costretta a svendere il mago di Malmoe per appena 12 milioni, anche per questo il giocatore e il suo agente strappano un ingaggio-record: 12 milioni di euro netti. La beffa per i milanisti vuole che in appello i giudici cambino il verdetto, permettendo loro di accedere alle qualificazioni per la Champions League. Anche per questo motivo il triennio vincente con l’Inter fa masticare amaro i vertici di via Turati (all’epoca). Ma la rivincita arriva nell’estate 2010. Adriano Galliani va a Barcellona per arrivare all’agognato Zlatan. Si chiude un cerchio, anche se solo per due anni. Il seguito offre un Ibra deluso dalla cessione obbligata al Psg e le parentesi di Manchester United e Los Angeles Galaxy. Ma il ritorno nel 2019 ha permesso di lasciare quelle amarezze in secondo piano. L’unico rimpianto è quello di non aver mai visto giocare insieme quei due fuoriclasse del gol. Nella ricchissima storia di Milan-Juventus avrebbero fatto la loro bella figura.
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