Gazzetta – Mercato Milan, Sportiello e quel legame con Pioli nel segno di Astori

Gazzetta – Mercato Milan, Sportiello e quel legame con Pioli nel segno di Astori

2022-11-23 18:04:17 Fioccano commenti e discussioni a causa dell’ultima news della GdS:

Il club rossonero pensa al portiere dell’Atalanta (a fine contratto) come vice Maignan per la prossima stagione. Marco, che fu l’ultimo a vedere Davide, visse la tragedia con Pioli allenatore

Il bottino, considerando l’avversario, non è affatto male: sette gol subiti in otto incroci con due vittorie, altrettante sconfitte e quattro pari. Indossando le maglie di Atalanta, Fiorentina e Frosinone. Quando Marco Sportiello si ritrova al cospetto del Diavolo, tutto sommato resta a galla. A maggio del 2018 in realtà la Viola naufragò cinque a uno a San Siro, ma Marco uscì per problemi fisici nell’intervallo sul due a uno per i rossoneri.

Segni indelebili

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La stagione a Firenze da prendere in considerazione è quella: 2017-18, ovvero la prima di Pioli sulla panchina toscana (Marco era arrivato a gennaio 2017, come vice di Tatarusanu: nomi che si rincorrono in intrecci particolari). Un’annata segnata dalla tragedia di Davide Astori, che ha lasciato strascichi indelebili nell’anima dell’allenatore e del portiere. Sportiello è stato l’ultimo a vedere e a sentire Davide nel ritiro di Udine, la sera prima della partita contro i friulani. Avevano giocato alla playstation, poi Marco gli aveva mandato un messaggio: “Hai dimenticato le scarpe da me”. E Davide: “Grazie, le prendo domattina”. Una mattina che Astori non vide mai, stroncato da un arresto cardio-circolatorio nel suo letto d’hotel, con gli investigatori che vollero sentire anche Sportiello. “Dopo cena Davide è venuto nella mia stanza a giocare alla playstation e stava bene. Se n’è andato alle undici di sera senza le scarpe, gliel’ho scritto” aveva ripercorso, distrutto, il portiere.

Un’altra persona

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Un evento che ha sprofondato nel dramma non solo una città, ma tutto il nostro calcio. Un evento dopo il quale chi, come lui, l’ha vissuto in prima persona, non è più stato lo stesso di prima. E’ anche – ma soprattutto – questo ad accomunare Pioli e Sportiello nell’esperienza fiorentina, poi le strade si sono divise quando Marco ha fatto rientro a Bergamo dopo i diciotto mesi di prestito, dopo la stagione 2017-18 in cui il portiere non depose mai i guanti da titolare, con Dragowski a fargli da dodicesimo (e la Viola capace di inanellare cinque vittorie di fila dopo la scomparsa di Astori). Trentasette presenze stagionali, 38 gol presi, tre sole partite saltate: una in campionato per squalifica e le due in Coppa Italia nel più classico dei turnover.

A gennaio

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Tornato a Bergamo, è andata molto diversamente da come si era immaginato lui che è un orgoglioso prodotto del vivaio nerazzurro. Con Gasperini il rapporto – usiamo un eufemismo – non è mai decollato e Marco si è ritrovato a fare il dodicesimo. Nove presenze nelle ultime due stagioni, all’ombra di Musso. Sportiello ha sempre, legittimamente, coltivato ambizioni da titolare, ma ora che il Milan è intenzionato a citofonargli, chissà. Il contratto con la Dea è in scadenza, a gennaio da via Aldo Rossi potranno iniziare a farsi avanti in vista dell’estate e Marco magari avrà le idee più chiare. Anche il Milan, con “Magic” Mike Maignan di mezzo, non gli offre nulla più di un ruolo da riservista. Ma in una squadra che lotterà per lo scudetto e, se tutto filerà liscio, giocherà la Champions.



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