Intermania, Inzaghi smentisce Conte col 7-6 al Barcellona: un “fallimento” da 200 milioni di euro | Primapagina

2025-05-07 10:10:00 Fioccano commenti e discussioni a causa dell’ultima news pubblicata sul web:
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Redazione Calciomercato
“Chi vince scrive la storia, gli altri la leggono“. La massima di Antonio Conte viene subito smentita da Inter e Barcellona, protagoniste di una doppia semifinale di Champions League già entrata di diritto nella leggenda del calcio.
Simone Inzaghi lo sa benissimo e infatti come prima cosa si complimenta con la squadra di Hansi Flick, che invece punta il dito contro l’incolpevole arbitro Marciniak. A differenza di qualche suo collega, l’allenatore nerazzurro non lo fa soltanto per esaltare di rimbalzo il capolavoro compiuto dai propri uomini. Le sue sono parole sincere e giuste perché, per giocare grandissime partite come quella ammirata a San Siro, c’è bisogno di due grandissime squadre.
Seppur diverse, Inter e Barcellona si dimostrano entrambe all’altezza dell’appuntamento con la storia. Il Barça ha il futuro dalla sua parte, essendo più giovane, ed è anche più forte singolarmente. Su tutti spicca il talento cristallino di Lamine Yamal, sul quale Yann Sommer compie una paratona degna di quella effettuata da Julio Cesar su Lionel Messi al Camp Nou nel 2010.
Rispetto alla semifinale di 15 anni fa i nerazzurri firmano un’impresa ancora più incredibile. Dopo lo spettacolare 3-3 dell’andata in Spagna, a San Siro arriva un altro pareggio con lo stesso punteggio alla fine dei tempi regolamentari, ma ancora più emozionante.
Capitan Lautaro Martinez trasforma le lacrime per l’infortunio muscolare di settimana scorsa in voglia di vincere, sblocca il risultato (sono 9 reti in questa Champions e 22 stagionali) su assist di Denzel Dumfries innescato da Federico Dimarco e si guadagna il rigore del raddoppio trasformato da Hakan Calhanoglu che spiazza l’ex juventino Wojciech Szczesny.
Il Barcellona rimonta nella ripresa, quando le reti di Eric Garcia, Dani Olmo e Raphinha ribaltano il risultato. A soli tre minuti dal novantesimo l’Inter si trova in svantaggio per la terza volta in questa edizione della Champions dopo le sfide con le due tedesche: dal 90° sul campo del Bayer Leverkusen nella fase a campionato e in casa contro il Bayern Monaco tra il 52′ e il 58′ nel ritorno dei quarti di finale. In totale fanno 12 minuti su 1290 giocati, meno dell’1% del tempo.
I nerazzurri sembrano morti, ma (non si sa dove e come) trovano la forza per risorgere. Al terzo minuto di recupero, una trentina di secondi dopo il palo colpito da Yamal, arriva il 3-3 di Francesco Acerbi. 37 anni e non sentirli, il difensore torna al goal nella stessa porta dove aveva segnato l’ultima volta: era il 22 aprile 2024 e l’Inter alzava lo Scudetto della seconda stella in faccia al Milan.
Così si va ai tempi supplementari. Marcus Thuram sembra morto, ma (non si sa dove e come) trova la forza per tirare fuori dal cilindro una magica azione personale, pescando in area Mehdi Taremi che serve la palla del 4-3 a Davide Frattesi. Sì, proprio lui che a gennaio sarebbe potuto tornare alla Roma. Invece è rimasto a Milano e si arrampica sul “suo” cancello giallo, firmando la qualificazione alla finale dopo il goal della vittoria segnato a Monaco. Dove sabato 31 maggio l’Inter si giocherà la Champions contro PSG o Arsenal.
Intanto Simone Inzaghi continua a godersi il percorso e rivendica le proprie (non) scelte: “L’Inter non ha mai scelto la Champions o il campionato come ho sentito dire, l’Inter è l’Inter e ci prova dappertutto”.
Una stagione del genere non potrà mai essere giudicata fallimentare, anche in caso di zero titoli. Anzi, oltre a garantire quasi 200 milioni di euro tra premi Uefa e incassi da stadio, arrivare in finale di Champions League è una favola. Ancora più bella rispetto a quella di due anni fa: un conto è eliminare Benfica e Milan, un altro far fuori Bayern e Barcellona (come nel 2010). Ora manca soltanto il lieto fine.