ALTA FEDELTA’ – La determinazione non manca, l’entusiasmo nemmeno e la voglia di riscatto può essere un propellente niente male, come ha confermato nei giorni scorsi pure il suo agente Rafaela Pimenta nel recentissimo blitz alla Continassa, in cui è stato ribadito il forte attaccamento di Pogba al club bianconero e il secco rifiuto ad ipotesi esotiche come il possibile trasferimento nella ricchissima Arabia Saudita, divenuto il nuovo Eldorado del calcio mondiale. Il calciatore francese voleva fortemente tornare a Torino un anno fa, alla conclusione naturale del suo rapporto col Manchester United, e ritiene di avere un debito di riconoscenza da pagare nei confronti di chi – al netto dei tanti problemi fisici delle ultime 2-3 stagioni – se l’è sentita di scommettere ancora su di lui. Pogba ha firmato un contratto con la Vecchia Signora fino a giugno 2026 ed è intenzionato a rispettare la parola data, forte anche di un contratto da 7 milioni di euro netti a stagione che rappresentano la firma su un investimento rischioso ma convinto da parte della stessa Juve.
UN NUOVO POGBA – Che magari nelle prossime settimane, non appena il futuro responsabile dell’area tecnica Cristiano Giuntoli avrà preso contatto con la sua nuova dimensione e con Massimiliano Allegri, prevederà un confronto per costruire le migliori condizioni tecniche per il recupero di Pogba. Perché no, ipotizzando anche una collocazione tattica differente rispetto alle abitudini: più libero da compiti difensivi, meno centrocampista e forse più trequartista, per valorizzarne al meglio le qualità da rifinitore e verosimilmente non gravarlo troppo dal punto di vista atletico almeno fino a quando non saranno arrivate risposte soddisfacenti sulla propria condizione. Con queste premesse inizia oggi la nuova stagione dell’ex campione del mondo, un’annata particolare e tuttora ricca di incognite, per lui come per la Juve. Che, dopo l’addio di un altro senatore come Cuadrado e la precarietà sempre più conclamata di Bonucci ed Alex Sandro, rischia di essere insieme a Szczesny e Danilo uno dei pochi reduci di una vecchia guardia sempre più ai margini.