La Verità sulla Fattura Corretta a Penna della Juventus
La Juventus sotto accusa: una fattura “corretta a penna”?
La Corte d’Appello Federale ha fatto infuriare il Web e i social con le parole del giudice Torsello: «In questa direzione, diventano rilevanti le operazioni di nascondimento operate da alcuni dirigenti della FC Juventus S.p.A. che si sono spinte sino ad intervenire correggendo “a penna” le fatture ricevute dalla controparte». Un’azione che sembra così clamorosa e grossolana da far sorridere. Ma i dirigenti della Juventus hanno davvero «sbarratto e riscritto» una fattura? La risposta è no.
Tutto inizia con l’operazione Akè/Tongya, quando il Marsiglia spedisce la fattura alla Juventus. Ma ci sono due problemi: il primo è l’indirizzo sbagliato della sede della Juventus, il secondo è la modalità con cui il Marsiglia compila la causale, scrivendo «compensazione». La Juventus non può registrare l’operazione come «permuta» tra i due giocatori, quindi rispedisce la fattura correggendo l’indirizzo e scrivendo un appunto nel quale chiede di ricompilare la fattura senza fare riferimento alla compensazione. Secondo la Corte, questo è un chiaro indizio del fatto che i dirigenti juventini volevano «evitare che potesse essere compreso all’esterno che l’operazione era effettivamente di mero scambio (cioè permuta) e non certo composta da atti indipendenti». Quindi, per non dare nell’occhio, visto che – secondo la Corte – si trattava di una plusvalenza fittizia. Ma la fattura è stata riemessa, con l’indirizzo giusto e la dicitura richiesta dalla Juventus, quindi regolarmente registrata e non «corretta a penna».
La Juventus è stata accusata di un’azione che non ha commesso, ma che, se fosse vera, sarebbe stata una violazione tanto clamorosa quanto grossolana. La speranza è che la verità venga fuori, perché una cosa è certa: correggere a penna una fattura non è una cosa da prendere alla leggera.
Dai un’occhiata alle ultime idee regalo per tifosi di calcio!
Redazione di JustCalcio.com, 2023-01-30 23:40:00.
