Minuto 95 di Sassuolo-Juventus, i bianconeri tentano disperatamente di trovare il gol del 3-3 e invece Wojciech Szczesny appoggia a Federico Gatti che senza pensarci gliela restituisce senza accorgersi che il polacco nella sua posizione non ci potrebbe tornare in tempo: la palla rotola in rete, Szczesny guarda sconsolato l’autogol, finisce 4-2. Un’azione da ricordare, perché da lì poi tutta la Juve e Szczesny in particolare hanno deciso di chiudere a doppia mandata la propria porta. Un’azione da ricordare perché resta l’ultimo gol subito dalla formazione bianconera, che da quel momento in poi pur nell’emergenza più totale è tornata ad avere una fase difensiva semplicemente perfetta. Con Gleison Bremer progressivamente migliorato in termini di leadership e condizione, con Gatti capace di reagire al flop col Sassuolo come se niente fosse successo, con Daniele Rugani ripescato di lusso e in grado di blindare la retroguardia nonostante l’infortunio pure di capitan Danilo. E con uno Szczesny semplicemente perfetto.
E SEI – Lecce, Atalanta, Torino, Milan, Verona, Fiorentina: sei partite sei senza subire gol, subendo in realtà ben pochi tiri verso la porta di Szczesny. Complessivamente una decina. E quando il tiro arriva, ci ha pensato il polacco a salvare tutto. Collezionando una serie di interventi decisivi, che con questi risultati si traducono letteralmente in punti guadagnati per la classifica. Per una collezione di parate da prima pagina che si allunga e completa: dopo la punizione di Muriel e la girata di Giroud ecco un’altra punizione, quella di Biraghi.
TOP ASSOLUTO – Dà quindi ragione una volta ancora a tutta la Juve il polacco. Da anni erede designato di Gigi Buffon e mai messo in discussione all’interno della Continassa. Qualche passaggio a vuoto c’è stato, si ricordano proprio perché sono stati pochi. E allora viene naturale parlare anche con lui di rinnovo, il contratto scadrà il 30 giugno 2025 con un ingaggio molto pesante ma anche giustificabile dal valore: un anno in più, magari provando a spalmarlo in parte, rappresenta l’obiettivo della dirigenza. Lui ci pensa e aspetta il momento più giusto per parlarne. Questo è il momento giusto per continuare a parare. E allungare un’imbattibilità arrivata a quota 540 minuti.