Leao: "Ho detto no all'Inter, poi mi ha chiamato Maldini. Milan? Non ha senso essere in questo club tanto per venire e andare"

Leao: "Ho detto no all'Inter, poi mi ha chiamato Maldini. Milan? Non ha senso essere in questo club tanto per venire e andare"

2025-09-23 07:19:00 Riportiamo di seguito quanto pubblicato poco fa da CM.com:

Rafael Leao, ancora ai box a causa dell’infortunio al polpaccio del 17 agosto durante il turno preliminare di Coppa Italia contro il Bari, è stato ospite in una puntata del podcast Say Less. Il numero 10 rossonero ha ripercorso tutta la sua carriera e ha fatto anche alcune dichiarazioni su come è avvenuto il suo trasferimento e sul retroscena di un possibile approdo all’Inter.

 

 

IL RETROSCENA INTER

Stavo per andare all’Inter, pazzesco. Il direttore sportivo (del Lille, ndr) mi ha detto: Rafa stiamo per venderti all’Inter, io ho detto: no, ho fatto molto bene questa stagione (riferimento alla stagione con il Lille), voglio stare un’altra stagione per migliorare ancora e aumentare la mia fiducia per la prossima sfida. Ma lui mi diceva no, no, devo venderti, è un’ottima opportunità per te, per noi, sono tanti soldi. Ma io ho detto Inter no“.

L’ARRIVO AL MILAN

“Passano una, due, tre settimane e torna a parlarmi il direttore sportivo e mi dice: il Milan è interessato a te. Io ho detto: sì, il Milan sì, se verranno con un’offerta accetterò. Dopo due giorni è tornato e mi ha detto: hanno portato l’offerta, qualcuno vuole parlarti, mi ha passato al telefono Paolo Maldini, non chiamata normale ma videochiamata. Maldini mi ha detto: devi venire, siamo pronti a prenderti. Accetto, ho risposto io, non potevo dire di no”.

COME IL MILAN TI HA CONVINTO?

“Da quando ero bambino, Ronaldinho, Ronaldo, Kakà, Seedorf, quei giocatori che vedevi o ne sentivi parlare, erano la storia. Poi sai, 7 Champions League, solo il Real Madrid ne ha di più. Tra Milan e Inter, Milan cento volte”.

L’ARRIVO A MILANO

“Quando mi ha chiamato Maldini ero in hotel, perché era in ritiro nella pre-season, in Portogallo. Sono andato a Milano con la mia famiglia, sono stato un mese in hotel. Mi sono reso conto di quanto questo club sia grande quando ho giocato la prima partita in casa. È stato incredibile, lo stadio pieno, ho pensato è veramente pazzesco. Anche quando abbiamo vinto lo scudetto. È qualcosa che un giocatore deve provare, per capire quanto è importante giocare per il Milan”.

IL PRIMO DERBY

“Emozionante. Le strade erano tutte bloccate, vedi tutto rosso, blu, i tifosi che addirittura battono le mani sul pullman, è sempre pazzesco, è come se fosse noi o loro. Anche se durante la stagione facciamo delle brutte partite, anche prima del derby, ma quando inizia la settimana del derby devi essere super concentrato, perché è noi o loro, perché per il resto della stagione parleranno di quella partita”.

ESSERE PARTE DELLA STORIA DEL CLUB

“È sempre la stessa gioia, con la responsabilità di fare bene, divertirmi, e sono venuto qui per questo, perché non ha senso venire in questo club tanto per venire e andare, quando vai via la gente si deve ricordare cosa ho fatto. Penso di star facendo bene, sono molto orgoglioso e non vedo l’ora di continuare così e ancora di più”.

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