Real Madrid, l’ultimo Clasico di Ancelotti? Il futuro è il Brasile, Perez è di fronte alla scelta più difficile | Primapagina

2025-04-27 00:45:00 Continuano i commenti sui social network a seguito dell’ultima notizia riportata da CM.com:
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Non era una partita come le altre, un Clasico non lo è mai e non lo potrà mai essere. Per di più se questa sfida è una finale ed è valida per l’assegnazione di un torneo storico come la Copa del Rey. Alla fine, a spuntarla è stato per 3-2 il Barcellona di Hansi Flick: dopo la rete meravigliosa realizzata da Pedri su assist di Lamine Yamal, la rimonta madridista firmata dalla punizione di Mbappé e dal colpo di testa di Tchouameni, ecco il pareggio siglato da Ferran Torres e poi i tempi supplementari con il goal decisivo di Koundé. E così arriva, dopo 120’ e oltre, il secondo traguardo mancato dal Real Madrid di Carlo Ancelotti, il cui destino sembra ormai essere segnato sin dall’eliminazione di Champions League per mano dell’Arsenal. Dalla Spagna e da Marca in particolar modo, nella giornata di oggi, facevano sapere che l’istrionico presidente Florentino Perez era pronto a prendere una decisione sin dal fischio finale dell’incontro odierno. Dunque, il quesito da porsi in questo momento è più che valido: abbiamo assistito al penultimo (ne parleremo più avanti) Clasico con Ancelotti sulla panchina dei Blancos?
LA SUA PARTITA – E’ stata una sfida che uno dei più grandi allenatori – palmares alla mano – che la storia del calcio abbia potuto ammirare ha vissuto con un’energia diversa, quasi mistica, forse cosciente che questa poteva essere l’ultima vera occasione per arricchire la lunghissima bacheca delle Merengues con un ultimo trofeo da aggiungere alla collezione. Sempre al limite dell’area tecnica, con una mano in tasca e il suo classico sguardo analitico da abile calcolatore di strategia, di situazioni tattiche, ma dicevamo, con una verve maggiore rispetto al solito. Una partita vissuta intensamente, quasi sul campo e, non va negato, con un po’ di nervosismo. Gli ampi gesti a indicare un possibile tocco di mano sono di quelli inequivocabili: non solo per chi ha assistito alla partita, ma anche per lo stesso direttore di gara Ricardo De Burgos Bengoetxea che lo ammonisce in men che non si dica. C’è spazio davvero per tutto nella partita di Ancelotti: c’è il confronto con Jude Bellingham, le indicazioni alla squadra, il dialogo con il figlio Davide, le proteste verso l’arbitro, i consigli a Kylian Mbappé, l’abbraccio con il tecnico avversario Hansi Flick e i furiosi no dopo l’assegnazione del calcio di rigore (poi revocato dopo un check al VAR e un on-field review) all’ultimo secondo di gioco regolamentare prima dei supplementari. C’è stato tanto, c’è stato tutto di Ancelotti.
IL FUTURO – Ma la domanda da porsi, alla fine della fiera, è sempre la medesima: quale sarà il futuro di Carlo Ancelotti? Buona parte degli indizi sino a ora a disposizione – con buona pace delle ipotesi sognanti che ci portano verso un romantico ritorno al Milan o in direzione della Capitale, sponda giallorossa – conducono all’ipotesi di divenire il nuovo commissario tecnico del Brasile, succedendo così all’esonerato Dorival Junior, il quale ha visto decadere il proprio incarico dopo il pesante ko per 4-1 subito dall’Argentina. I contatti tra l’entourage di Ancelotti e i rappresentanti della Federcalcio brasiliana non si sono mai interrotti e la presenza allo stadio Bernabeu – mercoledì sera, in occasione del match con l’Arsenal – di una persona con una certa influenza con il panorama calcistico verdeoro non è di certo passata inosservata, alimentando le voci che vorrebbero Ancelotti alla guida della Seleçao a stretto giro di posta. Sarebbe una prima volta sulla panchina di una Nazionale per l’ex manager di Chelsea, PSG e Bayern Monaco, una missione di assoluto fascino per ripristinare la qualità del calcio brasiliano e al contempo poter continuare ad allenare quel suo gioiello e pupillo di Vinicius Jr. da lui cresciuto e plasmato nella superstar che è attualmente. Ma questo è il futuro, a Florentino Perez la decisione più importante degli ultimi anni di presidenza dei Blancos. Il presente ci dice che Ancelotti può ancora chiudere in bellezza, prima di lasciare dar vita a un nuovo corso per il Real Madrid già a partire del nuovo Mondiale per Club.
L’ULTIMA OCCASIONE – Prima di dare l’addio alla capitale spagnola e prendersi il meritato posto nell’arca della gloria madridista, Ancelotti ha ancora un obiettivo da raggiungere: la vittoria de La Liga. La classifica ci dice che il Real Madrid si trova a sole quattro lunghezze dagli eterni rivali del Barcellona, con cinque giornate da disputare sino al termine del campionato iberico: Celta Vigo, Maiorca, Siviglia, Real Sociedad e, soprattutto, l’ultimo Clasico della carriera di Ancelotti contro i blaugrana che si terrà alle ore 16.15 in data domenica 11 maggio. Una sfida che può decidere le sorti de La Liga in un senso o nell’altro: un successo dei Blancos per dare vita a una battaglia punto a punto nella speranza di un passo falso dei catalani (che se la vedranno con il Valladolid prima e con l’Espanyol, il Villarreal e l’Athletic Bilbao poi) oppure una mancata vittoria che scriverebbe, con ogni probabilità, la parola fine sulle velleità di titolo delle Merengues. E allora, presidente Perez permettendo ed esonero evitando, spazio all’ultima sinfonia di Ancelotti alla guida del Real Madrid. Un’ultima canzone, un’ultima nota, prima di chiudere il concerto e far calare il sipario su quest’esperienza leggendaria.
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