Serie A: De Laurentiis non dimentica la controfigura di Luis Enrique: “Mi ha chiesto tanti soldi e poi mi ha rifiutato”

2023-12-22 12:45:44 Riportiamo fedelmente quest’ultima notizia pubblicata pochi minuti fa sul web, sul giornale iberico Marca:
lLa scorsa stagione è stata un turbinio di emozioni per i tifosi del Napoli. Dalla stagione 1989-1990 i parteponei non vincevano uno scudetto di Serie A. Con la regia della panchina di Spaletti e la coincidenza di una generazione d’oro di calciatori (Osimhen, Kvaratskhelia, Kim Min-jae), il Sud Italia torna a sorridere. Era effimero, Ebbene, la partenza di Spaletti ha colto completamente di sorpresa tutta l’Italia.
Aurelio De Laurentiis ha intrapreso una ricerca approfondita per trovare un allenatore che lo riportasse a giocare forte nello scudetto. Alla fine ha optato per Rudi García, ma il francese non era affatto la prima opzione. “Sono andato da Luis Enrique. Ha fatto venire i suoi a Napoli, mi ha tenuto tre giorni e mi ha chiesto tanti soldi”.
Quando tutto sembrava destinato a far sì che l’allenatore del PSG si trasferisse nel Paese a forma di stivale, Luis Enrique ha detto ‘no’, nonostante gli sforzi del Napoli. “Avevamo trovato quasi un accordo, ma poi ha detto di no, perché voleva guadagnare ancora di più”ha dichiarato De Laurentiis a proposito dell’allenatore spagnolo, di cui non sembra avere un buon ricordo a causa del tono delle sue parole.
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La sua idea di una nuova Serie A elitaria
De Laurentiis auspica una rivoluzione totale nel mondo del calcio, anche nelle competizioni nazionali. Per l’italiano È incomprensibile che squadre di enorme massa sociale e con una storia rilevante nel mondo del calcio si muovano attraverso competizioni calcistiche non professionistiche.
“Farei subito una serie E, dove E significa lite. Un Palermo che dà garanzie economiche non può stare in Serie D. Un Bari che ha una tifoseria di 1.200.000 tifosi non può restare dov’è. Mentre in prima divisione ci sono comuni da 20.000 abitanti che non raggiungono i 10.000mila ingressi al giorno”, ha indicato il presidente del Napoli. Una visione più vicina al primo progetto presentato dalla Superlega e che non premierebbe i successi ottenuti . in campagna.
Un Palermo che dà garanzie economiche non può stare in Serie D. Un Bari che ha una tifoseria di 1.200.000 tifosi non può restare dov’è.
De Laurentiis ha voluto anche mostrare la sua visione del business del futuro e spiegare il motivo per cui l’attuale concorrenza sarebbe, dal suo punto di vista, obsoleta. “Finché non si stabilirà che la maggioranza si calcola con il voto ponderato dei club, cioè dando più peso a chi guadagna di più, non cambierà nulla. I piccoli continueranno a dominare il campionato e il loro unico obiettivo è evitare la retrocessione”, ha aggiunto Aurelio.
La creazione della Superlega
La sentenza della Corte di Giustizia Europea ha scatenato un torrente di dichiarazioni di squadre e competizioni che hanno rifiutato di partecipare alla Superlega. Manchester United, Manchester City, Chelsea, Bayern, Dortmund, PSG, Inter, Roma, Atlético Madrid… Una lista infinita che ha preferito schierarsi con la UEFA e la Champions League come unica competizione continentale per il futuro.
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L’unica squadra che ha espresso il suo sostegno incondizionato e ha pienamente accettato le condizioni presentate dalla Superlega, guidata dal suo amministratore delegato Bernd Reichart, è stata il Napoli. Gli italiani non erano nel progetto iniziale presentato tre stagioni fa. Il tuo presidente, Aurelio De Laurentiis esprime il motivo per cui vuole partecipare a questo nuovo concorso, se mai si svolgerà.
Florentino e De Laurentiis, in consiglio d’amministrazione.
“Ho parlato con Florentino Pérez e siamo d’accordo nel portare al tavolo dei veri imprenditori, non solo presidenti di club. Perché oggi il calcio è amministrato da anziani privi di visione”, ha affermato il massimo dirigente dei Partenopei.
La redazione vi terrà aggiornata nel caso vi siano altri aggiornamenti sull’argomento.
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