TS – Dopo Napoli-Juve: cinque domande ad Allegri

TORINO – Allegri è a capo dell’area tecnica della Juventus. In questo momento è uno degli uomini più potenti della società e, quindi, non è discussione. Giustamente, perché al club non serve altro caos. Ma proprio perché in una posizione anche più importante e potente rispetto alla crisi di ottobre, Allegri deve dare delle risposte ai tifosi che si sono sentiti umiliati dalla disfatta del Maradona. Drammatizzare un risultato per l’impatto emotivo dato dalle sue dimensioni è sbagliato, ma non soffermarsi sui motivi che hanno portato al devastante 5-1 subito è molto peggio.

1. A fine partita, Allegri ha fatto riferimento alle «energie che sono venute a mancare». Come se lo spiega? Com’è possibile che manchino energie fisiche ed emotive in una partita così importante? E com’è possibile che la Juventus, ancora una volta, è parsa molto meno veloce e atleticamente intensa degli avversari?

2. Come è possibile il crollo caratteriale nella ripresa? Vista anche la presenza di giocatori di spessore internazionale come Di Maria, Rabiot o Danilo. Come è possibile che la squadra sbandi in modo così clamoroso anche dal punto di vista tattico?

3. Perché Chiesa, il cui rientro è stato, giustamente, gestito in modo molto prudente, da novembre in poi, ieri è stato mandato in campo dal primo minuto con un compito molto difficile, visto che dalla sua parte insisteva Kvaratskhelia, uno dei giocatori più pericolosi e aggressivi del Napoli?

4. È ancora attuale il 3-5-2 con Di Maria e Chiesa a disposizione? Chiesa non spreca troppe energie nel giocare a tutta fascia, con molti compiti difensivi?

5. È strategico concedere il giorno di riposo nella giornata di oggi, dopo una sconfitta così pesante, proprio alla luce delle responsabilità dei giocatori nella ripresa?