TS – “Signorotti che comandano il calcio. Fanno sorridere”. Napoli, dopo il trionfo ADL torna all’attacco
2025-12-24 16:26:00 Calciomercato tiene banco in queste ore quanto riporta Tuttosport:
“Scudetto e Supercoppa nello stesso anno: non è poco! Da bambino ero innamorato del Napoli”. A dirlo è Aurelio De Laurentiis, intervenuto ai microfoni di Radio CRC per fare il punto sul 2025 della formazione di Antonio Conte, campione d’Italia in carica e fresca del trionfo in Supercoppa italia contro il Bologna, che all’Al-Awwal Park di Riad si è arreso alla doppietta di David Neres (già a segno in semifinale contro il Milan). Gli azzurri sono ora attesi sul campo della Cremonese, dove domenica 28 dicembre contenderà alla formazione di Davide Nicola la 17 ª giornata di campionato: si disputerà invece il 14 gennaio il recupero della 16ª giornata contro il Parma al Maradona. “Devo ringraziare CRC ed augurarvi buon Natale – ha aggiunto il patron del Napoli – . Oggi ho scritto a Tommaso Bianchini per un mercante in fiera con i giocatori del Napoli, mettendoci dentro anche delle leggende. Facciamo una cena con un grande mercante in fiera dove il primo premio lo devolviamo in beneficenza e gli altri premi a chi ha avuto più fortuna. Bianchini secondo me cavalca subito questa idea. Il passaggio dalla Serie B alla Serie A per me è stato un momento indimenticabile. Per il 2026? Un corno contro gli iettatori. Avevamo vinto due trofei all’epoca di Benitez nello stesso anno, però erano diversi. Questa volta Scudetto e Supercoppa: non è mica poco. Eguagliare Maradona? Non si può eguagliare, non si è mai grandi quanto lui. Lui aveva questo spirito da scugnizzo partenopeo, da ragazzo di squadra. Ha lavorato con me, abbiamo passato una nottata insieme molto divertente con lui e Claudia, la moglie, dove mi raccontavano cose straordinarie in un momento in cui io ero ancora a digiuno di calcio”.
De Laurentiis: “Innamorato del Napoli fin da bambino”
“Io da bambino ero innamorato del Napoli, perché papà mi portava a seguire le partite. Devo ringraziare la nostra radio, CRC, ed il suo editore al quale faccio gli auguri per un sereno Natale ed un fantastico 2026, che sia di crescita per tutti quanti voi. Non ci remate contro, non c’è niente di peggio che essere partner e remarci contro: quella del calcio deve essere una fede. Lo ha capito uno che non ha mai giocato a pallone in tutta la sua vita: se l’ho capito io, possono capirli tutti. A Napoli il Natale è una festa continuativa che va dal 24 al 6 gennaio, è un continuo programmare cose deliziose che escono dalla cucina. Noi in famiglia eravamo più di 100 persone e giocavamo alla tombola, al mercante in fiera: mia nonna ci regalava le famose 500 lire in argento e noi nipoti ce le giocavamo a 7 e mezzo. Io per tutta la mia vita ho cercato di far divertire le persone come il cinema e credo che ci siano pochi produttori al mondo che hanno avuto così tanti successi ogni anno come li ho avuti io. Quindi quando io vedo che i tifosi trasmettono a un’intera nazione questo senso di rivincita e questa soddisfazione, quello è un sentimento ed un godimento che non ti può dare nessun’altra situazione. Penso al bus scoperto e ai numeri che ha fatto la trasmissione in diretta su Rai Italia”.
De Laurentiis: “Istituzioni del calcio legati alla poltrona”
“Queste sono cose che segnano profondamente e ti danno una dimensione dell’importanza del calcio, che secondo me chi gestisce da un punto di vista istituzionale il calcio non ha ancora capito. Perché sono troppo legati alla propria poltrona e a pensare come essere rieletti e a non considerare l’importanza del fatto che non si deve distruggere un gioco giocando troppo. Ci stanno facendo venire gli incubi degli infortuni, perché si gioca troppo. Bisognerebbe cambiare il rapporto di lavoro, dovrebbero essere dei liberi professionisti, che non si sottopongono a degli stress vincolanti anche da un punto di vista sindacale. Noi abbiamo dei grandi signorotti che comandano il calcio e pensano che a un certo punto la loro rieleggibilità passi attraverso delle formule che fanno soltanto sorridere. Il problema è che tutti vogliono aggiungere e nessuno vuol levare: i nostri calciatori, pagati da noi, vengono dati alla Nazionale con una leggerezza incredibile, quando dovrebbe essere il club a decidere. A questi signori che governano il calcio a livello mondiale non interessa la protezione del tifoso per il quale il campionato nazionale ha vero valore. Si deve ripercorrere l’atlante dei problemi che affliggono il calcio italiano e soltanto i proprietari hanno la capacità in 24h di prendere le decisioni del caso: agli amministratori delegati e direttori generali che devono mantenere intatti i loro salariati non gli può importare di prendersi un rischio. Per il 2026 noi dobbiamo dotarci di salute, salute e salute. Ed un bel corno contro gli iettatori”.
