TS – Tudor pensa già a come correggere la Juve: né Vlahovic né Koopmeiners…
2025-09-14 09:33:00 Torino, l’ultimo titolo di Tuttosport:
Tudor vola basso, ma la Juventus decolla. Quanto in alto potrà arrivare è difficile valutarlo dopo una partita meravigliosamente folle come quella di ieri, ma non ci sono dubbi che proprio la meravigliosa follia del successo sull’Inter imprime una spinta micidiale al gruppo. Perché l’Inter era più forte, ma la Juventus ha voluto più fortemente la vittoria e se l’è presa soffrendo, combattendo e credendoci in ogni minuto della partita, anche quando subiva il predominio tecnico dell’Inter. L’impatto emotivo di un successo del genere moltiplica la convinzione e la fiducia di una squadra giovane e incosciente come il tiro di Adzic a un minuto dalla fine, ma che così acquisisce consapevolezza dei propri mezzi. Anche se, forse, è più importante quella di Tudor, di consapevolezza, che non nasconde gli errori, pesa i limiti e, pur prendendo i tre punti e la loro importanza, pensa già a come correggere. Perché c’è da correggere. A partire dalle sue scelte iniziali, perché né Vlahovic, né Koopmeiners si sono rivelate vincenti. Dusan, caricato della responsabilità dell’essere titolare, è tornato quello dell’anno scorso: innervosito dalla troppa carica, poco incisivo, facilmente marcabile e impreciso.
Cosa vuoi di più dalla vita?
Koop, ancora una volta, è parso spaesato, anche nelle espressioni del volto e negli sguardi persi. E qualcosa non ha funzionato nel pressing (apparso invece apprezzabile nelle prime due gare di campionato): l’Inter era, sì, più forte, ma forse la Juve si è fatta schiacciare un po’ troppo. Ecco cosa aggrottava la fronte di Tudor che aveva il cuore traboccante di felicità e la testa di pensieri. Il tifoso della Juventus, invece, se la gode così (giusto, vivvaddio!): si serve a piene mani della gioia di una vittoria incosciente e memorabile, adesso non gli importa di quello che verrà poi, gli importa cancellare il sapore di fango di quello che è stato negli ultimi anni, riempiendosi la bocca con l’inebriante dolcezza di 4-3 al novantunesimo, contro il nemico di sempre. Cosa vuoi di più dalla vita? È tempo di brindisi, non di analisi. E questo potrebbe avere una conseguenza positiva sulla squadra, che rispetto a quelle degli anni precedenti sa farsi amare e la Juventus ha bisogno di riconnettersi con il suo popolo, di ricreare una sintonia persa in anni difficili e partite senz’anima.
