Yamal può già superare Messi, se batte l’Inter: 4 passi per diventare il migliore della storia | Primapagina

2025-05-06 09:00:00 Continuano i commenti sui social network a seguito dell’ultima notizia riportata da CM.com:
2025-05-06 09:00:00 Continuano i commenti sui social network a seguito dell’ultima notizia riportata da CM.com:
Redazione Calciomercato
La strabiliante prestazione di Lamine Yamal nella semifinale di andata contro l’Inter ha animato dibattiti e confronti, ex ante ed ex post, tra il nuovo prodigio del calcio mondiale e Lionel Messi. Riportando alla mente la notte dell’Epifania calcistica del fuoriclasse argentino, la presa di coscienza del suo incommensurabile talento. 22 febbraio 2006, Stamford Bridge, ottavi di finale di andata di Champions League, Messi che rimbalza sul terzino basco del Chelsea Asier Del Horno, portandolo allo sfinimento e quindi all’espulsione. Quel ragazzino leggermente ingobbito su se stesso, con un capello un po’ disordinato e non a favore di smartphone, aveva 18 anni e 8 mesi.
Vani erano stati i tentativi di destabilizzarlo alla vigilia da parte di José Mourinho, che lo aveva incoronato come “il più grande talento del mondo alla sua età”. Poche settimane dopo, il Barcellona si qualificò ai quarti nonostante l’infortunio iniziale di Messi, che a differenza di Yamal (oggi di 10 mesi più giovane rispetto al Leo di Stamford Bridge) ha dovuto affrontare problemi di crescita, era meno strutturato a livello muscolare e rientrò appena in tempo per fare da rincalzo nell’Argentina ai Mondiali 2006, a 19 anni compiuti. A quell’età, nell’estate 2026, lo spagnolo potrebbe vivere il suo primo Mondiale da protagonista, dopo aver già trascinato la sua nazionale a Euro 2024.
L’ipermodernità di Yamal è abbagliante: sfrutta in modo fulminante gli spazi, applica la sua tecnica in velocità a ogni situazione con essenzialità, senza strafare; gode nell’assistere i compagni al gol tanto quanto nel segnare; dà l’esempio con recuperi strepitosi come quello nel finale della gara di sabato a Valladolid, a ridosso della sua linea di fondo. E soprattutto, ha una modalità unica di correre e calciare. Accarezzando l’erba, planando sul terreno con leggerezza eppure prendendo velocità. Disegnando traiettorie incomprensibili, mai viste: il gol all’Inter era stato preceduto, quasi preannunciato, da quello segnato al Benfica agli ottavi o dal cross sulla testa di Raphinha, nell’azione del 2-0 di Lewandowski al Borussia Dortmund.
La sua magia risiede nella capacità di abbinare queste qualità a un forte radicamento nel territorio della città. Cresciuto nel quartiere di Rocafonda a Mataró, una zona operaia e multiculturale, Yamal ha sempre mostrato orgoglio per le sue origini, esaltate nel gesto di esultare formando con le mani il numero 304, codice postale del suo quartiere. Questo legame con il territorio potrebbe rappresentare una bussola morale, in un contesto di pressione mediatica potenzialmente devastante.
Tra poche ore a San Siro, Yamal si giocherà la possibilità di accedere alla prima finale di Champions della sua carriera. Sarebbe un altro traguardo di straordinaria precocità, con quattro anni di anticipo rispetto a Messi, che ha considerato quella del 2009 come la sua prima Champions perché nel 2006, appuntò, si infortunò all’inizio degli ottavi di ritorno. Comunque vada, la possibilità di avvicinare, eguagliare o addirittura superare Messi si definirà sul lungo periodo, almeno tre lustri, tanti quanti ne ha vissuti Leo sul trono mondiale.
Il campo, il giudice supremo, dovrà rispondere ad alcune domande tanto filosofiche quanto pratiche. Yamal avrà la forza di volontà, la passione e la disciplina che Messi ha dimostrato per tutto il suo percorso? Resisterà alle tentazioni di offerte milionarie o comunque sceglierà con quale club giocare in base anche a quanto lo metteranno nelle condizioni ideali per esprimere il suo talento? Riuscirà a perfezionare ogni aspetto del suo bagaglio tecnico con la stessa cura maniacale dei dettagli che ha avuto il suo illustrissimo predecessore, che a quasi 25 anni aveva realizzato appena 4 gol su punizione, prima di diventare uno dei migliori specialisti da fermo del globo?
Avrà la solidità fisica che, dopo gli intoppi iniziali, ha praticamente portato l’argentino e il suo primo rivale (e motivatore) Cristiano Ronaldo a non avere infortuni seri in tutti gli anni giocati in Europa? E soprattutto: arriverà un giorno in cui, a differenza loro, Yamal dirà a sé stesso, come ha fatto Alcaraz nella serie Netflix “A modo mio”: “Voglio diventare il miglior della storia ma a modo mio, perché ho la necessità di fare anche le cose che farebbe un normale ragazzo”?