GdS – Calciomercato, occhi sulla Serie A: cosa manca alle big

GdS – Calciomercato, occhi sulla Serie A: cosa manca alle big

2023-07-01 13:18:28 Fioccano commenti e discussioni a causa dell’ultima news della Gazzetta dello Sport:

In attesa di conoscere il destino della Juventus in Conference, vediamo cosa manca alle squadre italiane che parteciperanno alle coppe

G.B. Olivero

Napoli, Lazio, Inter e così via. Cosa manca alle sette squadre italiane iscritte alle coppe? In attesa di conoscere cosa ne sarà della Juventus, al momento in Conference League, andiamo ad analizzare la situazione di mercato di tutte le big italiane.

NAPOLI

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I campioni d’Italia sono in attesa: finora, dopo le feste per lo scudetto, Aurelio De Laurentiis ha dovuto occuparsi degli addii di Spalletti e Giuntoli. Si riparte con Rudi Garcia e senza Kim: la partenza del coreano rende imprescindibile un intervento in difesa. Obiettivo Scalvini, ma si guarda in più direzioni. Nella scorsa stagione in vetrina sono finiti soprattutto i gol di Osimhen e le magie di Kvaratskhelia, ma non si può sottovalutare il peso della solidità difensiva nella cavalcata tricolore. E Kim, con la sua abilità nei recuperi e un’aggressività sorprendente, era il marcatore ideale. C’è però anche un altro reparto che va rinforzato ed è quello delle riserve. Il rendimento del Napoli in primavera è sensibilmente calato perché alcuni elementi, soprattutto a centrocampo, hanno giocato sempre ed erano cotti o comunque in calo. Nel girone di ritorno Zielinski è stato meno decisivo rispetto all’andata e Anguissa meno dominante. Lo stesso Lobotka, che pure ha giocato sempre ad alto livello, avrebbe avuto bisogno di rifiatare. Se l’obiettivo del Napoli è quello di difendere lo scudetto provando ad andare ancora più avanti in Champions, serve una rosa più lunga in alcune posizioni. L’abbondanza che c’era in attacco, ad esempio, mancava in mezzo. Ed è lì che bisognerebbe intervenire in questa sessione di mercato.

LAZIO

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snobbare la Champions League non si può, quindi Maurizio Sarri si metta l’animo in pace: deve imparare a convivere con l’appuntamento infrasettimanale che gli è sempre piaciuto poco perché stanca i muscoli e toglie tempo agli allenamenti. Le brutte figure rimediate l’anno scorso dalla Lazio in Europa non devono essere ripetute su un palcoscenico più prestigioso. E la crescita del club passa attraverso una maggiore consapevolezza del tecnico a riguardo dell’impegno nelle coppe e un consolidamento strutturale della rosa. Considerando la visione sarriana del calcio, hanno bisogno di energia nuova le corsie laterali. Circolano tanti nomi (Pellegrini, Kerkez, Galan, perfino Parisi, Khlusevich) a dimostrazione del fatto che l’argomento è di attualità. Anche a centrocampo potrebbe servire qualcosa, a prescindere dall’eventuale partenza di Milinkovic. Un regista più forte di Cataldi farebbe crescere le potenzialità della squadra consentendo rotazioni di buon livello. E in attacco c’è la necessità di rinforzare la fascia destra, anche perché Felipe Anderson può essere utile come vice Immobile, altro ruolo scoperto. Berardi sarebbe perfetto nel 4-3-3 sarriano e aumenterebbe la pericolosità del reparto in termini di soluzioni, di gol e di assist.

INTER

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Non si va in finale di Champions League per caso: l’Inter è la squadra più strutturata tra le rivali del Napoli per il titolo. L’impianto di gioco è definito, i ruoli sono quasi tutti coperti, le alternative non mancano, le criticità sono chiare e quindi c’è il tempo per poter intervenire. Se il campionato iniziasse oggi, Simone Inzaghi avrebbe un solo buco: quello del centravanti. Marcus Thuram è una buona carta nel mazzo, ma non l’asso che serve nel cuore dell’area avversaria. Manca Lukaku, insomma: uno come lui, meglio ancora se proprio lui visto che il belga è il primo desiderio del tecnico perché conosce l’ambiente e nella seconda parte della scorsa stagione ha superato ogni problema riproponendosi su ottimi livelli. L’unico problema è economico, va trovata una soluzione con il Chelsea e se non fosse possibile riabbracciare Romelu, l’Inter dovrebbe comunque cercare un centravanti. Il resto sono necessità contingenti legate alle cessioni: se partirà Onana, servirà un portiere; se Brozovic alla fine andrà via, arriverà Frattesi (probabilmente) con lo spostamento in mezzo di Calhanoglu. Per completare la rosa, Marotta e Ausilio dovrebbero aggiungere un esterno destro al gruppo: un vice Dumfries magari con buone doti tattiche. Ma l’Inter è già quasi fatta.

MILAN

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È difficile ipotizzare oggi quale Milan vedremo nella prossima stagione. A partire dal modulo: il 4-2-3-1 è insidiato dal 4-3-3, ma naturalmente a indirizzare la decisione di Pioli saranno le caratteristiche dei giocatori, in particolare quelli che arriveranno. A prescindere dal sistema di gioco, comunque, ci sono alcuni ruoli che necessitano di un intervento efficace. Partendo dall’attacco, serve una prima punta: Giroud a settembre festeggerà il compleanno numero 37, non si può pensare di affidargli la maglia da titolare per 30 partite. Forse nemmeno per 25 e comunque non in due di fila. E Pioli non può accontentarsi di un giovane di buone prospettive: ha bisogno di un centravanti che dia del tu al gol, che lo conosca, che ne sia amico. Per reagire all’involuzione della scorsa stagione (la Champions è stata un’avventura meravigliosa ma imprevedibile: in A i rossoneri hanno chiuso sul campo al quinto posto, un rischio che il club non può più correre), va potenziata sensibilmente la fascia destra dove Messias e Saelemaekers non possono più spostare l’asticella. L’addio di Brahim Diaz ha aperto un buco sulla trequarti dove Pioli preferirebbe forse un interprete più muscolare alla Kessie. E infine il centrocampo: Tonali è partito, Bennacer chissà quando torna, Loftus-Cheek non basta. Musah è una discreta idea, Reijnders può essere un buon colpo.

ATALANTA

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Dopo un anno in purgatorio, l’Atalanta tira fuori il passaporto dal cassetto e si rimette in viaggio. E come sempre, per muoversi al massimo della velocità, ha bisogno di due treni sulle fasce. È lì, sulle corsie, che il club nerazzurro pensa di intervenire per superare certe difficoltà emerse nell’ultima stagione. Kolasinac è il primo arrivo, ma probabilmente non l’unico perché tra gli esterni l’Atalanta segue anche Bakker per la sinistra e Holm per la destra. Una spinta più convinta sulle fasce sarà necessaria nella stagione in cui la Dea ricomincerà a giocare il giovedì e la domenica. Naturalmente, per garantirsi qualche altra soddisfazione sia in campionato sia in Europa League, l’Atalanta dovrà difendere i propri gioielli e non sarà un compito semplice visto che ai normali competitors si sono aggiunti i ricchissimi club arabi. Gasperini teme soprattutto per due titolari: Koopmeiners, che è un jolly vista la capacità di ricoprire più posizioni e sempre con un rendimento alto, e Hojlund, la cui prima stagione italiana è stata così buona da generare le attenzioni di tante società, anche fuori dalla Serie A. Poi c’è Scalvini, che piace al Napoli: nel ruolo di difensore è già stato individuato lo svedese Hien come possibile sostituto. Ma, a prescindere dagli interpreti, non cambierà l’impostazione delle partite: sarà sempre una Dea aggressiva.

ROMA

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Per quanto la fase difensiva sia quella che gli interessa di più, José Mourinho non potrà iniziare la nuova stagione con un centravanti da 0 reti nell’ultimo campionato. Andrea Belotti farà parte della rosa, ma dopo il grave infortunio di Abraham la Roma deve acquistare un centravanti titolare e sarà una ricerca complicata perché i gol sono preziosi e si pagano caro. Questa è l’esigenza principale del club, ma non l’unica. Mourinho potrebbe anche ipotizzare di abbandonare la difesa a tre e di passare al 4-2-3-1 per esaltare ancor di più le caratteristiche di Dybala e Pellegrini nella trequarti avversaria. Il 4-3-3 sarebbe più congeniale al nuovo acquisto Aouar (bel colpo) ma non adatto alla Joya, che non ha le caratteristiche dell’esterno. L’ipotesi di schierare Dybala come falso nove non ci sembra valida, se non come soluzione di emergenza. In ogni caso la Roma deve ragionare sulle batterie degli esterni: in particolare sulla destra potrebbe rendersi necessario un intervento. Dal punto di vista tattico, Mourinho avrà bisogno di un piano A, ma anche di un piano B in caso di assenza di Dybala: nella scorsa stagione la Roma ha dovuto fare a meno della Joya abbastanza spesso e non potrà più farsi trovare impreparata. Ecco perché anche l’allenatore dovrà dare di più sul campo: fuori campo ha già fatto il massimo, e a volte anche troppo.

JUVENTUS

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Ciò che davvero serve alla Juve non si trova sul mercato: buone idee di gioco per sfruttare una rosa che invece, nella scorsa stagione, è stata svilita e mortificata dall’incredibile confusione tattica. È chiaro che sarebbe stata necessaria una svolta tecnica, ma la Juve è colpevolmente prigioniera del ricco contratto di Allegri e così deve sperare che l’allenatore si ripresenti in ritiro con uno spirito diverso e con la voglia di sfruttare le caratteristiche dei giocatori in una manovra finalmente organizzata e offensiva, e non speculativa. La Juve (la cui partecipazione alla Conference è fortemente in dubbio a causa del procedimento Uefa) ha necessità di vendere e quindi le entrate dipenderanno dalle cessioni. Però è fondamentale una lucida analisi del centrocampo: in rosa ci sono tanti elementi, alcuni tornati da prestiti, ma pochi hanno la qualità indispensabile. Pogba è un’incognita enorme, rinunciare a Milinkovic (che potrebbe arrivare a prezzi abbordabili) sarebbe un errore grave. Serve un acquisto sulla destra perché Weah non basta per chiudere la falla aperta dall’addio di Cuadrado. Resta il discorso di partenza: se non c’è la disponibilità economica per fare grandi investimenti, bisogna sfruttare bene le risorse che ci sono. E che basterebbero per garantire la competitività, a patto di avere un gioco e delle idee.





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