Non c’è pace nei rapporti fra Inter, Milan e il Comune di Milano. I due club da tempo sono allo scontro frontale per la questione della costruzione del nuovo impianto in zona San Siro che porterebbe almeno all’abbatimento parziale del vecchio Giuseppe Meazza. Proprio però l’attuale impianto, in questi giorni di chiusura di bilanci, sta rappresentando un nuovo elemento di rottura fra le parti.
GLI ACCORDI – Nel corso delle ultime due annate, infatti, il Comune aveva concesso ai due club una sorta di “sconto” sul canone di affitto dello stadio di San Siro legato, ovviamente, agli effetti negativi prodotti dalla pandemia Covid sui conti economici delle due squadre.La cifra che i due club avrebbero dovuto versare, sia per l’annata 2019-20 che per quella 20-21 era di 9 milioni e 400 mila euro (che potevano essere pagati in parte cash e in parte in lavori di ammodernamento e manutenzione). Nell’accordo era però presente però un articolo che confermava una riduzione in caso di inutilizzo per “cause di forza maggiore” proprio come una pandemia sanitaria.
NIENTE SCONTI – Il Comune ha però rivisto i conti degli ultimi due anni anche in base all’andamento del riempimento degli stadio e se da un lato ha aumento lo sconto per la stagione 2019/20, dall’altro ha richiesto un aumento per la stagione 2020/21 riportando da 7,2 milioni a 9,2 milioni il costo dell’affitto. In sostanza i club devono al comune 1,7 milioni di euro, un conto salato che ha scatenato altri malumori. Sì perché negli ultimi giorni la Corte dei Conti ha bacchettato Palazzo Marino sui lavori di ristrutturazione di San Siro “costringendo” il Comune a deliberare una richiesta di 10 milioni di euro di arretrati nei confronti dei due club, a cui si aggiunge oggi questo nuovo aumento. La rottura è vicina, ma prima di arrivare allo scontro, riporta il Corriere Milano, le parti proveranno a incontrarsi per mediare.