Juventus, cosa resta dopo lo Sporting: tre fattori positivi e tre negativi

Juventus, cosa resta dopo lo  Sporting: tre fattori positivi e tre negativi

2025-11-05 10:09:00 Continuano i commenti sui social network a seguito dell’ultima notizia riportata da CM.com:

Il pareggio per 1-1 con lo Sporting Lisbona, nella quarta giornata della League Phase della Champions League, lascia in eredità alla Juventus di Luciano Spalletti tanti elementi su cui riflettere, sia in senso positivo (per le cose che hanno funzionato), sia in negativo (per ciò che è piaciuto di meno). In una squadra in cui, nonostante i pochissimi allenamenti effettuati, la mano e lo spirito del nuovo allenatore si vedono già, abbiamo evidenziato tre elementi col segno “più” e tre col segno “meno”.

VLAHOVIC LEADER

Dusan Vlahovic ha realizzato un goal bello e importante contro i portoghesi, e ne ha sfiorati altri. Ma il serbo in carriera ha sempre segnato. Magari non sempre goal decisivi, magari prendendosi dei periodi di pausa e poi riprendendo a fare goal, come capita a tutti gli attaccanti. Ma ha sempre segnato. La novità di questa fase della stagione è quella di un Vlahovic leader riconosciuto dalla squadra e dall’allenatore. Chissà se i piccoli segnali circa un eventuale (e difficile) rinnovo avranno un seguito. Perché se così non sarà, come probabile, la Juventus a breve dovrà trovare sul mercato non solo un nuovo centravanti, ma anche un nuovo leader. 

KOOPMEINERS, C’E’ VITA

Finalmente, dopo un anno e due mesi dal suo avvistamento a Torino, scopriamo che c’è vita sul pianeta Koopmeiners. L’olandese sembra aver tirato fuori il carattere, anche con le dichiarazioni (“Ho detto alla società che spalle alla porta non gioco più”). Sarà per una congiunzione astrale favorevole, sarà per il carattere, sarà per la posizione in campo più arretrata che Spalletti gli ha cucito addosso, ma il Koopmeiners visto nelle ultime due partite ha dato segnali confortanti, anche se resta ancora lontano anni luce da quello stratosferico di Bergamo. 

KALULU E’ UN TERZINO

Pierre Kalulu è un terzino, semplice no? Tornato nella sua posizione naturale, il francese ha giocato bene a Cremona ed è stato il migliore in campo, insieme a Vlahovic, contro lo Sporting. Sarà stato anche per la carenza di esterni in rosa, ma la posizione di esterno nella quale lo faceva giocare Igor Tudor non è proprio la sua.

LA POSIZIONE DI YILDIZ

Parliamo di posizione in campo anche per Kenan Yildiz, e qui forse c’è ancora qualcosa da sistemare. Al netto del fatto che è alle prese con un fastidio tendineo al ginocchio, e che accusa anche un fisiologico calo per avere giocato davvero tanti minuti in questo avvio di stagione (1070 con la Juve, più la nazionale), il turco anche ieri ha giocato in una posizione troppo defilata e troppo lontana dalla porta. E’ il suo istinto che lo porta lì? Sono le indicazioni degli allenatori? E’ il modulo? Spalletti deve lavorarci, perché l’impressione è che un Yildiz più centrale e più vicino alla prima punta possa essere più decisivo.  

DI GREGORIO, CHE SUCCEDE?

Lo Sporting Lisbona ha fatto due tiri: un goal e una traversa. Sulla rete incassata, frutto di un tiro preciso ma non irresistibile, né imparabile, di Araujo, Michele Di Gregorio non è sembrato esente da responsabilità. E non è la prima volta che accade, sia in questa che nella scorsa stagione. Poi l’ex Monza riesce anche a tirar fuori prestazioni super come quella fornita al Bernabeu contro il Real Madrid, dove ha evitato almeno due goal. A 28 anni, il portiere della Juventus sembra ancora alla ricerca di quell’equilibrio e di quella affidabilità costante che facciano di lui davvero un portiere da grande squadra. 

DAVID, ANCORA UN NO

Ha avuto pochi minuti, è vero. Ancora una volta. E’ la riserva di Vlahovic, e questo ormai è un dato conclamato e, di fatto, ‘ufficiale’. Ma l’occasione per rinascere, per tornare a una rete  che manca dal 24 agosto (l’unica finora realizzata in bianconero), ce l’ha avuta: e l’ha fallita. Un colpo di testa da solo in area (bravo a smarcarsi) a pochi minuti dal triplice fischio. Un altro mattonino negativo in un avvio di stagione traumatico per chi in carriera ha segnato 147 goal in 327 partite con i club (praticamente una rete ogni due partite), e che ora non va a segno da 12 gare. 

 

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